L'arte bianca
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Vittorio Magnelli, nato a Cosenza il 4 settembre 1957, è unanimemente riconosciuto come il più importante tennista della regione. Pur avendo avuto una carriera agonistica breve, il suo impatto sul tennis italiano è stato significativo, non tanto a livello di titoli vinti quanto piuttosto alla popolarità raggiunta a livello nazionale. Una seconda giovinezza l’ha poi vissuta indossando i panni prima di coach e poi di dirigente federale, con grandi risultati soprattutto nel settore femminile.

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Gli inizi e la carriera da giocatore

Cresciuto nel quartiere dello Spirito Santo, Magnelli muove i primi passi al tennis sul campo della Villa Vecchia, circolo frequentato da molti ragazzi della zona. A partire dai dodici anni, decide di dedicarsi completamente a questo sport. Negli anni ’70, si distingue a livello nazionale: partecipa al Roland Garros del 1981 superando le qualificazioni, ma viene eliminato al primo turno dal paraguaiano Víctor Pecci. In quegli anni la sua figura si affiancava a quelle di grandi del tennis italiano come Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci, sebbene non abbia in bacheca alcun titolo ATP ufficiale.

Il documentario “Te lo ricordi Vittorio?”

Nel dicembre 2023, il Comune di Cosenza ha dedicato a Magnelli un tributo ufficiale a Palazzo dei Bruzi in concomitanza con la presentazione del documentario “Te lo ricordi Vittorio?”, realizzato dal videomaker cosentino Gianluca Bozzo. Il docufilm segue il percorso umano e sportivo dell’atleta, dalle prime battute nel campo storico fino al ruolo di tecnico nazionale. Interviste e testimonianze ricostruiscono il legame con il suo quartiere, con il circolo della Villa Vecchia e con gli amici di sempre. L’autore ha definito Magnelli un simbolo del tennis calabrese e un uomo che mantiene umiltà e autenticità nonostante la fama ottenuta a livello nazionale.

La carriera da coach e dirigente federale

Dopo aver appeso la racchetta da giocatore, Magnelli intraprende la carriera di allenatore. Inizia al circolo Parioli di Roma formando giovani talenti come Vincenzo Santopadre e Stefano Pescosolido, entrambi appena undicenni all’epoca. In seguito, viene selezionato da Adriano Panatta per lavorare con le formazioni Under 14 e Under 16: tra i ragazzi c’era Andrea Gaudenzi, futuro presidente dell’ATP.

Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, torna alla Federazione Italiana Tennis come responsabile del settore femminile. In questo ruolo guida campionesse come Sandra Cecchini (numero 13 del mondo), poi Roberta Vinci, Flavia Pennetta e per un periodo Francesca Schiavone, contribuendo alla nascita di un’epoca d’oro del tennis femminile italiano. Dal 2018 è Direttore Tecnico Nazionale del Settore Femminile e responsabile del Centro Tecnico Nazionale di Formia. Ha seguito, inoltre, la nazionale nella Billie Jean King Cup come tecnico federale: un ruolo decisivo nei recenti successi delle azzurre femminili.

Un simbolo per la Calabria

Per la sua carriera sportiva e per il contributo alla crescita del tennis italiano, Magnelli è spesso definito “il più forte tennista calabrese di sempre”. Il tributo in città e le richieste di restaurare il campo storico della Villa Vecchia rappresentano il desiderio di rinnovare quell’eredità e di ispirare nuove generazioni di sportivi. Se oggi in Italia l’attenzione è rivolta principalmente a Jannik Sinner, numero uno mondiale e favorito anche nelle scommesse relative all’US Open, oppure a Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Lorenzo Musetti, va ricordato che sono stati tanti gli atleti di rango inferiore che in passato hanno contribuito a diffondere la cultura e ad aumentare la popolarità dello sport della racchetta. 


 

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