L'arte bianca
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CROTONE Prima l'elenco dei parlamentari e dei vertici istituzionali calabresi assenti, poi il grido «vergogna». È esplosa così la rabbia dei dipendenti Abramo customer care di Crotone che, questa mattina, con l'annunciata “serrata” dei commercianti in loro solidarietà, sono scesi dall'aula consiliare, dove sono in assemblea permanente da lunedì scorso, per protestare in piazza della Resistenza (antistante al municipio). Qui si sono ritrovati in oltre 500.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Hanno chiesto di scongiurare la chiusura della loro azienda. Con loro si sono ritrovati, fra gli altri, il sindaco di Crotone Enzo Voce, il vicepresidente della Provincia Fabio Manica, il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, le organizzazioni sindacali della provincia, i rappresentanti delle associazioni di categoria. Tutti i negozi del centro, per solidarietà, hanno abbassato le serrande.

I dipendenti hanno annunciato che, in ogni caso, l'assemblea permanente dell'aula consiliare del municipio proseguirà ad oltranza: non si accontentano della proroga della commessa Tim per un altro mese - come annunciato dal governatore Roberto Occhiuto - ma chiedono una soluzione strutturale con l'applicazione della clausola sociale che serva a mettere al riparo gli oltre mille dipendenti che lavorano per Abramo tra Crotone (dove sono oltre 600), Catanzaro e Montalto Uffugo.

Ad agosto, peraltro, scadrà il periodo di amministrazione giudiziaria disposta dal Tribunale di Roma
e l'azienda avrà davanti solo la prospettiva del fallimento, atteso che l'unica proposta d'acquisto pervenuta da privati prevede di assorbire solo duecento lavoratori.

In queste ultime ore numerose sono state le prese di posizione per una positiva soluzione della vertenza da parte di esponenti politici e sindacali e tuttavia questa mattina in piazza i dipendenti hanno letto l'elenco dei 19 parlamentari calabresi e, ad ogni nome, hanno sottolineato in coro: assente. I dipendenti Abramo cc avevano chiesto infatti che questa mattina, accanto a loro, ci fossero il governatore Roberto Occhiuto e dei parlamentari per mostrare l'unità di un territorio in una vertenza che rischia di infliggere un durissimo colpo all'economia. Una richiesta avanzata alla politica che, ha detto il segretario provinciale della Uil, Fabio Tomaino, «è assente ingiustificata».
Il sindaoco Voce, dalla sua, ha evidenziato come a livello mediatico «vertenze anche per minori posti di lavoro hanno riempito le tv nazionali, ma di 1.000 posti in Calabria non interessa ad alcuno. Occorre alzare il tiro della protesta», ha quindi copncluso.
"Senza lavoro nessun futuro", "Chi ha visto i 19 parlamentari calabresi?", "Il vostro silenzio ci logora ma non ci spezza, lotteremo inesorabilmente" sono alcuni dei cartelli con i quali i lavoratori hanno manifestato la loro rabbia in davanti al palazzo municipale, dove c'erano anche i loro figli, i familiari.
La proroga di un mese della commessa Tim annunciata sui social dal governatore Occhiuto viene vista come un palliativo: la richiesta dei lavoratori è una soluzione strutturale che deve passare dall'applicazione, da parte di Tim, della clausola sociale per mettere al riparo gli oltre mille dipendenti che lavorano per Abramo oltre che a Crotone, a Catanzaro e Montalto Uffugo dove pure si sono svolte manifestazioni.