L'arte bianca
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CATANZARO «Il risanamento del Sito di interesse nazionale di Crotone, incluso nel Programma nazionale di bonifica con il Decreto ministeriale del 26 novembre 2002, registra ventennali ingiustificabili ritardi che la comunità crotonese non è più disposta ad accettare». Lo affermano in una nota congiunta i presidenti nazionale, regionale e di Crotone di LegambienteStefano Ciafani, Anna Parretta e Rosaria Vazzano.

L'arte bianca
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«La complessità delle operazioni di bonifica - scrivono - e la farraginosità della gestione delle Conferenze dei servizi al ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica hanno portato ad accumulare ritardi su ritardi, di cui purtroppo hanno tratto vantaggio i responsabili della contaminazione, a partire dalle aziende che fanno capo ad Eni, che in questo modo hanno visto diluirsi nel tempo le ingentissime spese da affrontare per far rientrare tutti i parametri ambientali nelle matrici suolo e acqua nel Sin, ad oggi ancora fuori legge».
«Come contribuire a sbloccare la bonifica, attività su cui sta lavorando il commissario straordinario Emilio Errigo? Innanzitutto - proseguono - occorre abbassare i toni dell'animatissimo dibattito che finalmente è partito nella città di Crotone. Si tratta di un dibattito che è monopolizzato però da un'unica soluzione, quella dell'esportazione dei rifiuti della bonifica fuori da Crotone e dalla Calabria, che rischia di essere di difficile realizzazione e di fatto, allunga ancora i tempi della bonifica».
«A nostro avviso - prosegue la nota - è necessario riconoscere che non ci sono attualmente territori inItalia disponibili a smaltire i rifiuti derivanti dall'auspicata bonifica di Crotone. Si può allora, ribaltare il ragionamento a favore della collettività: se la soluzione è quella di una discarica interna all'area industriale, di servizio, che allora risponda a due requisiti: che sia dedicata esclusivamente ai rifiuti prodotti dalle attività di bonifica del Sin; che la sua gestione sia pubblica, magari con intervento commissariale».
«Legambiente dagli anni '90, in tutta Italia - ricordano i tre di Legambiente -, sostiene che le necessarie bonifiche debbano essere realizzate in via prioritaria con interventi in situ, senza spostare il problema da altre parti. Per la bonifica del Sin di Crotone non vogliamo che si realizzino nuove discariche in provincia, fuori dall'area industriale, e a tal proposito Legambiente ribadisce il suo no, più volte espresso, alla realizzazione della discarica di Giammiglione, e diciamo no anche all'ampliamento di discariche esistenti nel crotonese, come nel resto della Calabria, perché è una soluzione che crea solo ulteriori danni al territorio».
«Legambiente - affermano Ciafani, Parretta e Vazzano - auspica quindi una rapida soluzione nella Conferenza dei servizi al ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, che non apra alla soluzione di nuove discariche fuori dal Sin, paventando ipotesi, come quella di Giammiglione, che più e più volte è stata rispedita al mittente, o all'ampliamento di quelle esistenti, come è già accaduto negli anni precedenti nel silenzio collettivo, e chiede alle istituzioni locali e regionali, a quelle religiose, alle organizzazioni attive sul territorio, da quelle datoriali a quelle sindacali, dagli ordini professionali alle associazioni di cittadini, di lavorare per una soluzione davvero praticabile per la bonifica del Sin, per non dare ulteriori alibi a Eni per non fare la bonifica e per creare le condizioni per una nuova industrializzazione fatta di impianti e cicli produttivi innovativi, con prodotti all'avanguardia», conclude la nota.