Oliverio smaschera Eni Rewind: «Veleni in Svezia? Un inganno per Crotone»
L'ex presidente della Regione Calabria punta il dito sulle modiche quantità di rifiuti (40mila tonnellate) trasferite all'estero, ma anche sulla «tempistica» dell'annuncio

CROTONE L’annuncio del trasferimento in Svezia di 40.000 tonnellate di veleni di Crotone «è un inganno» e «Crotone non può subire un nuovo scempio». Lo sostiene Mario Oliverio, ex presidente della giunta regionale calabrese, protagonista nel 2019 dell’accordo che prevedeva il trasferimento di tutti i veleni presenti a Crotone fuori dal territorio calabrese.
In una nota diffusa oggi Oliverio parla di «inganno» da parte di Eni Rewind che rappresenta «un affronto a Crotone». «L'annuncio di Eni Rewind sul trasferimento di sole 40.000 tonnellate di rifiuti pericolosi in Svezia – scrive Oliverio - è un'offesa all'intelligenza e alla salute dei cittadini di Crotone».
Entrando nel merito dell’annuncio, Oliverio sottolinea che «questa mossa, presentata come un successo, è in realtà un palese inganno e una manovra dilatoria». La presa per i fondelli è rappresentata dal fatto che solo una piccola e residuale parte di veleni saranno traferiti in Svezia.
L’operazione di trasferimento «costituisce anche la conferma della disponibilità di impianti autorizzati fuori dalla Calabria, dove Eni Rewind avrebbe dovuto portare i veleni subito dopo l'entrata in vigore del decreto n°7 del 3 marzo 2020». Oliverio si riferisce al decreto attuatore delle decisioni assunte a conclusione della Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019.
Nel verbale della Conferenza, nero su bianco, è stato sottoscritto che tutti i veleni di Crotone dovessero essere smaltiti fuori dalla Calabria. Eni Rewind ha temporeggiato e così le discariche disponibili in Italia per il tipo di rifiuti presenti a Crotone hanno esaurito gli spazi disponibili, mentre ha negato l’esistenza di discariche all’estero.
In questo modo non ha proceduto alle attività di bonifica e per questo, secondo Oliverio, «si è assunta una precisa e grave responsabilità di omessa bonifica». «La verità taciuta sulla bonifica», sottolinea l’ex presidente che aggiunge: dal 2019, la Conferenza dei servizi decisoria ha stabilito che i rifiuti speciali pericolosi, con tenorm e norm e contenenti tracce radioattive, devono essere smaltiti fuori dalla Calabria, dato che la regione non dispone di impianti autorizzati.
Il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) impone a Eni la rimozione completa di questi veleni. Eppure, Eni Rewind ha «deliberatamente ignorato questi obblighi». Secondo Oliverio «la ragione di questa scelta è chiara: evitare i due miliardi di euro stimati dall'Ispra per una bonifica reale e completa».
Un’altra verità è rappresentata dal fatto che «dal 2019 a oggi, non un singolo atto è stato prodotto per contrastare questa scandalosa inerzia, né diffide né denunce per omessa bonifica». La montagna ha partorito il topolino delle 40.000 tonnellate da smaltire in Svezia. Una scelta che Oliverio bolla come un «successo fittizio» e un «tempismo sospetto».
«Oggi, a fronte di oltre 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi nell'ex sito Pertusola, - continua - Eni Rewind spaccia il trasferimento di appena 40 mila tonnellate (circa il 3% del totale) come un traguardo. Questo avviene a un anno dall'entrata in vigore di un regolamento Ue (giugno 2026) che impedirà lo spostamento di rifiuti pericolosi fuori dai Paesi di produzione. Un tempismo non casuale, che conferma la strategia di Eni: guadagnare tempo per consolidare il proprio piano di lasciare gran parte dei veleni a Crotone».
Eni Rewind in questo progetto avrebbe dei sostenitori che sono «coloro che oggi plaudono a questa notizia». Questi plaudenti «o sono in buona fede e non hanno capito o si rendono oggettivamente complici di un grave misfatto a danno della popolazione e del futuro di Crotone, già martoriata da patologie oncologiche».
«Come e dove saranno trattate le restanti centinaia di migliaia (97%) di tonnellate di rifiuti avvelenati?», chiede Oliverio. «Nessuno lo dice», la sua risposta. «A tal proposito – chiarisce - è bene ricordare che il vincolo del Paur di portare i veleni fuori dalla Calabria è frutto di precise valutazioni e pareri di autorevoli Istituti scientifici (Ispra, Iss, Isin, Arpacal). Pareri frutto di studi e analisi approfondite della realtà da bonificare che sono stati riproposti anche nelle recenti Conferenze di servizio di maggio/ giugno 2024».
«Dopo cinque anni di inerzia si può davvero giustificare l'omessa bonifica con l'imminente entrata in vigore di un regolamento Ue?». Oliverio si riferisce alla normativa Ue che entrerà in vigore il 26 maggio del 2026. Questa normativa introduce la regola che i rifiuti debbano essere smaltiti all’interno dei territori che li ha prodotti.
«È un caso che l'annuncio arrivi solo ora?», si chiede ancora Oliverio. Rivolgendosi a coloro che hanno espresso soddisfazione per l’operazione Svezia, Oliverio scrive: «Piuttosto che applaudire a detto annuncio, chi ha la responsabilità di governo delle istituzioni farebbe bene a chiedere ad Eni Rewind di rispondere ora a questi interrogativi».
Concludendo, l’ex presidente evidenzia «l'acquiescenza è una ferita profonda per la dignità e la salute di una comunità che merita rispetto e una bonifica reale, non l'ennesima beffa. Le Istituzioni locali e la Regione devono agire con determinazione, alzare la voce ed esigere il rispetto degli impegni. Crotone non può più tollerare questo scempio».