Mattarella ricorda Anselmo Lorecchio, intellettuale arbereshe di Pallagorio
ROMA «Tanti sono i volti illustri dell'Italia che questa cultura ci ha donato. Ricordo il poeta e linguista Giuseppe Schirò, il sacerdote e filologo Demetrio Camarda, il patriota e statista Francesco Crispi. Un marcato dinamismo culturale e intellettuale è da sempre un tratto distintivo del popolo arbereshe, che si è anche espresso, nel corso dei secoli, in un impegno civico di vasta portata. Francesco Crispi, Zef Krispi, partecipe della spedizione dei mille e in seguito più volte presidente del consiglio, si definiva “albanese di sangue e di cuore”». È un passaggio dell'intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, per la visita congiunta insieme all'omologo albanese Bajram Begaj alla comunità arbereshe.
«Allo stesso modo e in maniera speculare, va rammentato - ha detto il capo dello Stato - il contributo di numerose personalità arbereshe alla causa dell'indipendenza della loro terra d'origine dall'Impero ottomano. Basti pensare, tra gli altri, alla figura di Anselmo Lorecchio, di cui lo scorso maggio si è celebrato il centenario della morte, a Pallagorio, in provincia di Crotone, con l'intervento, fra gli altri, del presidente Begaj. Giornalista, intellettuale e filosofo di origini arbereshe, Lorecchio fornì un contributo alla formazione di una coscienza nazionale albanese tale da meritare - ha concluso Mattarella - il riconoscimento dello stesso Ismail Qemali, primo Capo di Governo dell'Albania indipendente».