L'arte bianca
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CROTONE Non possono essere più convocate le riunioni della Commissione pari opportunità al Comune di Crotone perché sarebbe stato superato il budget assegnato. Il presidente del consiglio comunale, Mario Megna, oggi ha informato la presidente della Commissione pari opportunità, Annamaria Oppido, che gli uffici del Comune hanno chiesto un suo intervento per bloccare le riunioni dell'organismo che rappresenta.

Oppido alla presidenza delle Pari opportunità, a sinistra: Mario Megna

Troppe riunioni e troppi gettoni di presenza da pagare. Le ragioni della richiesta sono legate, quindi, alle somme che il Comune ha dovuto, sino ad oggi versare, per pagare i gettoni di presenza previsti per la partecipazione ai lavori della Commissione presieduta da Annamaria Oppido. Secondo quanto è stato possibile apprendere, l’informativa di Megna è stata trasmessa con una Pec.

Dal canto suo la presidente della Commissione avrebbe contestato l’esistenza di un budget, non essendo la sua commissione monotematica. Non ci sarebbe nessuna norma a impedire la convocazione della Commissione. Nell’inviare la richiesta di stop alle convocazioni, quindi, non si è tenuto conto del buon lavoro svolto e di quanto sarebbe riuscita a produrre la commissione contestata. Ogni riunione sarebbe stata convocata con un obiettivo preciso da raggiungere. E se la spesa, negli ultimi mesi, è cresciuta, la colpa non è da attribuire al numero di riunioni, bensì ai numerosi componenti della commissione.

Oppido e la consigliera Antonella Passalacqua a un evento organizzato dal Coni

Rispetto all’inizio della consiliatura i rappresentanti della commissione si sarebbero più che raddoppiati. C’è stata una crescita continua ed oggi i componenti di Commissione pari opportunità sono diventati 23. Una famiglia numerosa frutto di una crescita esponenziale, che sarebbe stata prodotta dalla modifica del regolamento comunale, che avrebbe consentito di costituire un gruppo anche a un solo consigliere.

Nel passato occorrevano almeno tre consiglieri per costituire un gruppo. Oggi i gruppi consiliari sono quasi tutti composti da un solo eletto. Questo escamotage sarebbe stato adottato, soprattutto dalla maggioranza, con l’obiettivo di consentire ai consiglieri comunali di far parte di tutte le commissioni. In questo modo il consigliere comunale, che ha dato vita ad un proprio monogruppo, partecipa a più riunioni di commissioni ed incassa più soldi di gettoni di presenza. “Ed io pago”, avrebbe commentato il grande Totò.