Riga lascia "Azione": «Non voglio essere un "tappo" agli accordi con Voce»
Il consigliere comunale ha inviato una lettera inviata al segretario Carlo Calenda: «Mancanza di risposte e interventi da parte del nazionale»
CROTONE In un comunicato stampa e una lettera inviata al segretario nazionale Carlo Calenda, Salvo Riga comunica il suo «allontanamento dal partito “Azione”» e il suo contestuale «passaggio al gruppo misto» nel consiglio comunale di Crotone.
Non è proprio andata giù al consigliere comunale, unico rappresentante di “Azione” nell'assemblea civica di Crotone, la “visita di cortesia” effettuata nei giorni scorsi dal segretario regionale in Calabria, Francesco De Nisi, in compagnia dell'appena nominato commissario provinciale, Giovanni Forciniti, nella stanza del sindaco Vincenzo Voce.
Sebbene le “ambascerie” lo abbiano sminuito a mero incontro istituzionale, per i “malpensanti” e i soliti “maliziosi” della politica l'improvvisata è sembrata più una mano tesa del partito di Calenda al sindaco Voce in chiave elettorale per la primavera del 2026. E di questo pensiero sembra esserne convinto anche il consigliere comunale Riga il quale, al di là del mancato riconoscimento del ruolo di capogruppo in consiglio e in ragione dello sgarbo perpetrato ai suoi danni dal segretario regionale e dal commissario provinciale che lo hanno escluso dalla “delegazione”, non ha più evidentemente una visione comune sul futuro del partito a Crotone.
Nella lettera al segretario Calenda, il consigliere comunale dice di rappresentare «un tappo alla radicazione di Azione» nel territorio. Proprio perché, essendo la sua una linea politica e amministrativa autonoma da quella di maggioranza, non potrebbe trovare adesso collocazione con la visione comune intrapresa quindi dalla nuova direzione politica del partito.
Riga: «Sempre e con coerenza dai banchi dell’opposizione»
«A distanza di due anni - scrive oggi Riga -, comunico per correttezza e chiarezza il mio allontanamento dal partito di “Azione”, che ho rappresentato in Consiglio comunale, sempre e con coerenza dai banchi dell’opposizione. Due anni di lavoro in cui si è cercato di radicare il partito in città insieme a tanti amici, nonostante le difficoltà di ogni tipo, soprattutto quelle interne».
«Diverse le posizioni e le proposte avanzate - ricorda Riga -, dalle problematiche del sistema sanitario locale a quelle ambientali sino alla definizione di un programma di sviluppo industriale innovativo che ha trovato il consenso quasi unanime del Consiglio comunale e di diversi soggetti istituzionali nazionali».
«Proposte - stigmatizza Riga - che avevano bisogno del sostegno degli esponenti regionali del partito che hanno preferito non interessarsene fino in fondo, in quanto Crotone e la sua provincia rappresentano un bacino di voti da cui attingere opportunisticamente in campagna elettorale. Un partito è un luogo in cui le persone devono crescere, muoversi, ed identificarsi attraverso programmi ed idee, altrimenti il rischio e che tutto si traduca in un contenitore vuoto».
«Ahimè, le scelte operate dalla direzione nazionale - ammette anche Riga - sono state errate e confuse, ed hanno prodotto lo sfaldamento e poi l’allontanamento di tanti esponenti regionali, ed il mio allontanamento oggi. Con l’intento di dare la “Calabria ai Calabresi” si è passati da un commissariamento ad una direzione regionale, che ha fatto sprofondare il partito nelle logiche della vecchia e classica politica, che, come un tappo ha impedito la radicazione di Azione nei territori».
«L’azione confusa - conclude Riga - consumatasi negli ultimi giorni da parte della segreteria regionale, mi spingono a prendere una posizione chiara, per non confondermi con chi non vuole un rinnovamento della classe dirigente, ma mantenere lo status quo per un proprio vantaggio a discapito della Calabria e dei Calabresi».
La lettera di Riga al segretario Calenda
Caro Segretario On. C. Calenda,
è con rammarico che ti comunico la mia decisione di lasciare Azione, un progetto politico ambizioso quanto necessario per offrire al sistema politico italiano una via d’uscita dal pantano generato dalla demagogia e dalla debolezza dei partiti tradizionali. Ho accolto con entusiasmo, portando in Consiglio comunale il simbolo di Azione, una possibilità che in quel momento storico è stata una scommessa a Crotone.
Un partito si costruisce dalla base, offrendo sostegno e non isolando ed ostacolando il lavoro degli iscritti.
Purtroppo, le scelte che avete operato in Calabria, hanno sortito i frutti sperati, un ritorno elettorale nel breve termine e la distruzione della base territoriale, che nei fatti ha scoraggiato e continua a scoraggiare l’avvicinamento di quanti ancora credono nella politica.
Ho offerto ad Azione una rappresentanza in Consiglio comunale, sperando in un sostegno della filiera istituzionale, in primis quella regionale, che del tutto assente cerca soltanto la propria riaffermazione tenendo i territori sotto il proprio dominio.
Un modo distante dal mio intendere la politica, che sempre deve essere al servizio del cittadino e dei territori.
Preferisco la politica delle idee a quella del padrone, a chi cerca soltanto di garantirsi una continuità non offrendo alcunché in termini programmatici.
Insomma, la solita vecchia politica che in Calabria si maschera di rinnovamento, ma sa di tappo. Ed infatti ha rappresentato un tappo alla radicazione di Azione nei territori.
Non è più, oltremodo sopportabile una certa gestione del partito, che, come le corti degli Imperatori, sostituiva cortigiani e nobili, con i suoi fedelissimi allo scopo di avere il dominio assoluto. Tale pratica credo non sia confacente ad un partito, ma ripeto è quanto sta accadendo e per tanto non è accettabile da chiunque si senta libero nel pensiero e nell’“azione”.
Per tutto ciò e per la mancanza di risposte ed interventi da parte del nazionale lascio il partito, augurando buon lavoro.