Tagli alle prescrizioni dei farmaci, la Regione colpisce l’utenza più povera
L’ultima trovata riguarda i medici di famiglia cui è stato imposto di ridurre l'emissione di ricette per cure specialistiche. A salvare il cittadino non restano che le Procure...

CROTONE Tagli anche alle prescrizioni dei farmaci, la Regione Calabria colpisce l’utenza più povera. Alle nostre latitudini la sanità diventa sempre più una chimera, riservata a chi ha soldi per pagarla. Negli anni scorsi sono iniziati i tagli e i reparti degli ospedali pubblici hanno subito ridimensionamenti selvaggi.

Addirittura a Crotone si è arrivati alla chiusura di interi reparti. Le promesse di apertura di nuovi servizi (vedi emodinamica) sono state utilizzate come specchietto per le allodole. Chi governa gli enti ha capito che la pubblicità, anche mendace, fa crescere i consensi. Succede che si promette la luna e anziché realizzare anche piccole cose si taglia l’esistente.
Non è solo l’emodinamica che non apre. Il saccheggio a cui viene sottoposto la sanità pubblica per favorire quella privata non ha limiti di decenza. Da anni si chiude il pubblico e si ingrassa il privato. Anche quello che funziona benissimo nel pubblico. Nonostante l’utenza paga lo scotto di un sistema che è disponibile, anche nel pubblico, ma che per valutare la situazione di salute del cittadino è esclusivamente a pagamento.
È il caso delle visite specialistiche veloci che se le possono concedere solo gli utenti che pagano (intramoenia). Chi non paga deve aspettare anche anni per ottenere un appuntamento con lo specialista. La gente che non ha disponibilità, sino ad oggi, ha fatto riferimento al medico di base. Non è uno specialista ma molto spesso prescrive farmaci che assunti portano alla guarigione. Questo succede quando la malattia non è grave.

L’ultima trovata della Regione Calabria riguarda il taglio delle prescrizioni dei medici di famiglia. In questo senso arrivano notizie da gran parte della Calabria. Ai medici di famiglia è stato imposto di ridurre le prescrizioni dei farmaci. Molti farmaci possono essere prescritti solo se c’è il piano terapeutico redatto dallo specialista.
Cresce così la spesa dell’utenza che, anche se assume una medicina salvavita da anni, deve tornare dallo specialista. La visita con il servizio sanitario nazionale te la concedono tra più di un anno per cui o paghi o devi fare a meno dei farmaci che magari ti salvano la vita. Si taglia sulla pelle dei più poveri, si ingrassa la sanità privata e la Regione non ha detto una sola parola quando l’Asp di Crotone ha organizzato una cena di gala che è costata 6.000 euro.

Quanti farmaci potevano essere acquistati con 6.000 euro? Tanti, alla luce anche del fatto che il costo sulla fustella non è quello che paga l’Asp. Molto spesso l’Asp, addirittura, incassa per intero la somma pagata per l’acquisto di un farmaco applicando i ticket e il pagamento della ricetta. Questo è il sistema e tutto si consuma in un silenzio assordante dei sindaci che sono stati eletti per difendere i cittadini.
Molto spesso i sindaci non parlano perché condividono le scelte degli alleati che governano le regioni. Ci sarebbe bisogno di un approfondimento delle Procure che, purtroppo, sono le uniche istituzioni che riescono a mettere in campo impegni per salvaguardare i cittadini.