Lavori di via Venezia, Tar da' ragione alla Soprintendenza: «Ripristino dei basoli»
CROTONE Un “no” che pesa come un macigno su tutti i progetti di rigenerazione urbana presentati dall'amministrazione Voce per il centro cittadino al fine di tenere in debita considerazione il ruolo assegnato alla Soprintendenza nelle procedure.
Si dovrà infatti procedere al ripristino dei luoghi sui lavori di abbattimento delle barriere architettoniche di via Venezia a Crotone. Lo ha deciso il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria (Sezione Prima) con la sentenza pronunciata lo scorso 6 marzo che ha rigettato l’istanza cautelare avanzata dal Comune di Crotone.
L'Ente pitagorico, difeso dall'avvocato Demetrio Verbaro, aveva mosso delle opposizioni al Tar rispetto ai provvedimenti emessi a proprio carico dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, chiedendone l'annullamento previa misura cautelare finalizzata alla ripresa dei lavori sulla centralissima via cittadina.
In particolare, venivano indicati nel ricorso (ormai respinto) la nota del 15 dicembre 2023, con cui la Sabap ha ordinato l'immediata sospensione dei lavori e la remissione in pristino dello stato dei luoghi (con la posa dei basoli); della nota interlocutoria della stessa Soprintendenza del 28 dicembre 2023 e di quella del 24 gennaio scorso con cui è stato confermato l'ordine di sospensione e di remissione in pristino dei luoghi; per la declaratoria di avvenuta “revoca” dei medesimi provvedimenti ai sensi dell'articolo 28 del Testo unico sui Beni culturali numero 42 del 2004; per l'annullamento, previa sospensiva, della comunicazione del 5 febbraio scorso di avvio del procedimento di dichiarazione d'interesse culturale.
La soprintendente Stefania Argenti, infatti, aveva bloccato i lavori (quasi ormai terminati) per realizzare una fioriera e altri arredi urbani nella parte terminale di via Venezia che si congiunge con il corso di via Veneto perché dal suolo erano state asportate i basoli (che secondo la Soprintendenza risalirebbero al 1934) per lasciare posto a dei sampietrini. Da qui il ricorso al Tar del Comune che, oltre a sostenere come i basoli asportati non risalissero all'epoca storica indicata, evidenziava tra l'altro che il progetto fosse soggetto a scadenze dettate dal finanziamento pari a 170mila euro attenuto attraverso il Pnrr.
Ebbene, la prima sezione del Tar della Calabria, al termine della camera di consiglio dello scorso 6 marzo (Giancarlo Pennetti, presidente; Arturo Levato e Domenico Gaglioti, a latere), ha respinto ogni istanza del Comune, smontando pezzo dopo pezzo le tesi del ricorrente.
Nel dispositivo il Tribunale amministrativo ha tra l'altro evidenziato che circa «l’ordine di sospensione dei lavori e riduzione in pristino della Soprintendenza oggetto di gravame è da ritenersi superato dall’avvio del procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale».
«Non sembra che ilprogetto - proseguono i giudici - dei lavori (...) sia stato autorizzato dalla competente Soprintendenza (...), ragion per cui i lavori in questione devono essere ritenuti compresi nell’ambito della medesima sospensione, apparendo invece irrilevante il fatto che gli stessi siano stati già contrattualizzati, iniziati e in parte realizzati», così come il procedimento autorizzativo «non sembra potersi fondare sulla generica comunicazione inviata dal Comune il 21 settembre del 2023, ovvero sulla mera individuazione di un archeologo».
Infine, rispetto al vincolo richiamato dalla Soprintendenza, i giudici sottolineano che «sulla base della documentazione fotografica e degli atti ufficiali di collaudo di via Vittorio Veneto versati nel processo sembra non irragionevole sostenere che la basolatura della medesima strada sia intervenuta entro l’anno 1934 e comunque, come fatto presente dalla Soprintendenza, in epoca ben precedente all’anno 1955, con conseguenziale inveramento del presupposto dell’ultrasettantennalità dell’opera».
Il pronunciamento del Tar, però, potrebbe non essere l'ultima parola nella controversia. Il Comune, infatti, potrebbe presentare nuovo ricorso al Consiglio di Stato, ma valutando al contempo tutte le questioni aperte e i progetti in itinere che contemplano, anche e soprattutto, i pareri della Soprintendenza (dall'urbanistica, all'Anitca Kroton). La decisione sul da farsi sarà presa in una riunione che è stata già convocata per lunedì prossimo.