L'arte bianca
L'arte bianca

Il Comune di Crotone non potrà, di sua iniziativa, mettere nemmeno un chiodo senza l'autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio. La procedura del vincolo di tutela da parte della soprintendente Stefania Argenti è stata avviata nei giorni scorsi sull'area che comprende via Raimondi, piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza Immacolata, Via Messinetti, piazza Pitagora, via Vittorio Veneto e traverse e piazza Della Resistenza.

L'arte bianca
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Il procedimento, stranamente, coincide con l'approvazione del secondo piano annuale di interventi che utilizzano i fondi dell'accordo con l'Eni. Questo secondo piano, approvato dalla giunta comunale lo scorso 1° febbraio, prevede, tra l'altro, un intervento per la riqualificazione di piazza Pitagora (due milioni di euro). I fondi per piazza Pitagora sono quelli che, nella stesura del primo piano di interventi, erano stati destinati al ripristino ai due serbatoi di accumulo idrico in località San Giorgio.
Questo intervento, illustrato nelle conferenze stampe di presentazione delle attività da realizzare con i fondi Eni, doveva risolvere i problemi delle continue crisi idriche che interessano la città ed eliminare, quindi, i tanti disagi che sono costretti a subire i cittadini. Non si interverrà più sulle vasche perché è cambiato il quadro normativo e i due milioni di euro, già destinati a questo progetto, saranno utilizzati per rifare il volto di piazza Pitagora.
L'amministrazione e i tecnici che si dovranno occupare della riqualificazione della piazza non avranno, però, mano libera, così come non dovrebbero avere mano libera nelle attività che rientrano nel progetto Antica Kroton, che ricadono nelle aree messe sotto tutela. Senza il consenso della Soprintendenza non si potrà mettere un chiodo e nemmeno piantare un fiore.
La dimostrazione di quello che può succedere c'è già ed è rappresentata dai lavori di via Venezia (via Vittorio Veneto e traverse), dove, in occasione dell'iniziativa di Rai1, l'Anno che verrà, si voleva realizzare un intervento di abbellimento (collocazione al centro dell'incrocio di una fioriera e pavimentazione con sampietrini). I lavori sono stati bloccati dalla Soprintendente e, da quello che abbiamo letto, nella vicenda sarebbe stata chiesto l'intervento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.
È sotto gli occhi di tutti che il cantiere è fermo da quando è scattata la tagliola di Stefania Argenti. Evidentemente la Soprintendenza ha avuto vita facile, perché le attività non sono state preventivamente concordate. Sono state tolte le storiche basole, risalenti all'inizio del secolo scorso, di cui la zona è ricca. Adesso quell'area rischia di restare come incompiuta di cui si discuterà per anni prima di arrivare ad una soluzione praticabile. Un pugno nell'occhio, comunque, quando si passeggia sul Corso.
Anche sotto piazza Pitagora ci sono le storiche basole e ne sa qualcosa l'ex sindaco Peppino Vallone, che ha dovuto rivedere un progetto di riqualificazione avviato durante al sua sindacatura. Anche allora intervenne la Soprintendenza, che non era diretta da Argenti. I vincoli scattano perché vengono applicate le leggi di tutela e non per fare ripicche.
Senza queste leggi che tutelano i beni del nostro Paese, quanti danni sarebbero stati fatti al grande patrimonio culturale e paesaggistico italiano? Probabilmente infiniti e non più recuperabili.
Il problema c'è e diventa difficile da gestire quando si arriva all'inasprimento dei rapporti. Non parlo solo di Crotone, ma in generale. Quando i sindaci, che credono di essere i padroni del territorio del Comune, mettono in campo attività non confacenti alle leggi, scatta la tutela e i rapporti si inaspriscono e si va avanti a colpi di blocchi e contestazioni legali.
Se questo dovesse succedere a Crotone per piazza Pitagora e d'intorni, i danni che subirebbe il cuore pulsante della città sarebbero enormi. Se si intende arricchire piazza Pitagora con la statua del filosofo, che gli ha dato il nome, per esempio, bisogna avviare la concertazione e trovare la soluzione, nel rispetto delle leggi, che vada bene a tutti. I bracci di ferro non aiutano nessuno.
Tornando al nuovo piano annuale degli interventi che utilizzano fondi Eni, c'è da dire che è previsto l'avvio dei lavori per la costruzione della nuova strada che collega la zona di Tufolo-Farina al centro della città: una parallela a via Nazione Unite. Nel 2024 si dovrebbe intervenire per realizzare un primo lotto. E' una buona cosa, ma speriamo bene.
Speriamo che non resti un'incompiuta, come la strada del mare. Gli scongiuri sono necessari, perché i cantieri che si aprono a Crotone, alcune volte, trovano mille difficoltà e vanno a rilento o non si realizzano perché i fondi previsti all'inizio non sono più sufficienti.

P.S.Di solito il Comune tiene secretati i documenti che riguardano i rapporti sulle questioni più delicate con gli altri enti, questa volta ha pubblicato la documentazione sul vincolo, perché c'è stata una esplicita richiesta della dottoressa Argenti a renderla pubblica.