Bonifica, Voce rompe con Eni: «Nessuna proposta, diro' no alla modifica del Paur»
CROTONE Che la si chiami crisi, braccio di ferro o rottura, poco cambia... Perché gli effetti che produrrà questa presa di posizione sul rapporto che lega il sindaco Vincenzo Voce all’Eni, per le note vicende riferibili alla città di Crotone, si potrebbero riflettere in una “incrinazione” assai compromettente in termini di “buoni rapporti di vicinato”, già a partire da questa sera.
Sono state infatti parole al “vetriolo” quelle che il primo cittadino di Crotone ha rilasciato in serata al termine del tavolo tecnico convocato dal generale Emilio Errigo. Il vertice si è tenuto nel primo pomeriggio di lunedì scorso presso la sede della struttura commissariale allestita nel palazzo della Provincia pitagorica.
«Non è cambiato nulla rispetto a febbraio 2023», ha sbottato il sindaco di Crotone facendo un chiaro riferimento alla sonora bocciatura incassata da Eni rewind nella Conferenza dei servizi decisoria di quel 9 febbraio, quando c’era sul piatto la richiesta di variante al Paur da parte di Eni per realizzare un sarcofago all’interno del sito di Pertusola per tombare in loco quei veleni che sono diventati una vera e propria “scocciatura”.
Ma niente paura. Le sue sette vite, e anche le sei zampe, hanno permesso a Eni di rimettere nuovamente in discussione tutto quanto deciso nell’ottobre 2019 (data della Conferenza dei servizi decisoria per il Pob fase 2), avviando una campagna di contenziosi attraverso la giustizia amministrativa e ottenendo una nuova Conferenza dei servizi, convocata dal ministero per il prossimo 3 maggio.
Eni rewind, è fatto pubblico, in quell'occasione vuole in tutti i modi demolire i vincoli cristallizzati in quel Paur che impone il trasferimento dei veleni fuori dalla Calabria. Vorrebbe perfino realizzare una discarica di scopo e ottenere il via libera al conferimento nella discarica privata di Columbra già esistente a Crotone.
«Nessuna proposta di sviluppo per la città – ha incalzato Voce –, nessun passo indietro sui contenziosi, nessuna variazione del fattore di pressione areale nel raggio di 5 chilometri (per escludere nuove discariche nell’area industriale, ndr), pertanto nessuna bonifica a ribasso per i cittadini».
«L’ho detto per la terza o quarta volta ad Eni», ha sottolineato Voce. Il sindaco preannuncia quindi venti di guerra all’Eni. «Chiederò alla Regione – ha assicurato il sindaco – l’escussione della polizza e l’immediato soil mixing sui 242.000 metricubi di suoli di Pertusola che pregiudicano la messa in sicurezza della falda».
Il sindaco ha ricordato di aver ereditato il Pob Fase 2 e di stare subendo tutto quanto non condividesse in esso. Quindi c’è stato, al riguardo, anche un suo affondo sull’Ente intermedio. «Se alla Provincia hanno fatto causa per non pagare il 3% del collaudo sul Pob Fase 1 – ha chiosato Voce – di che parliamo? Far risparmiare soldi per la bonifica che Eni è obbligata a fare? Siamo seri: questo Pob non l’ho approvato io. Semmai lo sto subendo».
Le avversità del sindaco non hanno risparmiato neanche l’andazzo assunto dal coordinamento impresso dal commissario Errigo alle operazioni per velocizzare i vari iter. Anche sulla chiusura al traffico della strada alternativa, la consortile di via Da Vinci, sui cui far viaggiare i mezzi carichi di veleni perché richiedono certe misure di sicurezza. «Anche oggi – ha stigmatizzato Voce – la discussione sulla messa in sicurezza della viabilità ordinaria, nel caso di chiusura per più anni della strada consortile, è una gara a ribasso. Su una bonifica che costa non meno 300/400 milioni – ha commentato Voce – facciamo riunioni su riunioni con Anas, Vigili del fuoco, Polstrada, Provincia ecc… per 450mila euro di lavori?».
«Se avessero proposto un centro di ricerca da 200/300 posti – ha ammesso Voce – potevamo pure riflettere, ma senza nessuna proposta, dopo la bocciatura di lasciare i rifiuti in impianti di scopo, perché dovremmo accettare “ribassi”?». Eppure, ha aggiunto Voce «sul jackup della Key per ripristinare alcuni pozzi di gas metano a Crotone, abbiamo chiuso un accordo di sviluppo per la città di circa 17 milioni. Un ottimo accordo. Eni Rewind invece sta perdendo tempo e non possiamo più permetterci di perderne altro».
Eni è stata avvertita, il sindaco è determinato a tenere la barra dritta sul Paur. Forse anche in regione di un fronte comune instauratosi, sempre a inizio settimana, per la convergenza di intenti circa la petizione popolare lanciata dal Pd e quella, non più parallela, del Comitato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere”.