«Non si può accettare in nessun caso la violenza, serve solo coraggio»
La riflessione di Antonio Tata di Libera e Pino De Lucia di Legacoop in merito ad alcuni episodi di violenza che hanno interessato la città di Crotone
CROTONE Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Antonio Tata di Libera e Pino De Lucia di Legacoop in merito ad alcuni episodi di violenza che hanno interessato la città di Crotone, passando dalla politica alla cronaca.
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Le scuse del sindaco accompagnate dalle sue dimissioni, dopo l’inaccettabile episodio di aggressione fisica da parte del sindaco stesso ad un consigliere comunale, sembravano aver restituito un minimo di dignità alle istituzioni.
E, invece subito dopo è partita una inverosimile rincorsa in difesa del sindaco da parte di rappresentanti istituzionali e cittadini, facendolo diventare la vittima di chi vuole il male della città e vuole distruggere la meritoria opera portata avanti in questi anni dall’amministrazione.
L’assunto sarebbe che, dati i suoi meriti politici e amministrativi, la sua reazione, sia pure violenta, è giustificabile e va compresa, il suo gesto va cristianamente perdonato e le dimissioni ritirate affinché possa portare a compimento tutte le azioni amministrative in corso.
E l’aggredito e tutti quelli che gli hanno dimostrato solidarietà, dopo le scuse del sindaco, potrebbero smetterla e voltare pagina dato che ci sono cose più importanti delle quali occuparsi.
Quindi la vera vittima è l’aggressore e anche l’aggredito ha le sue colpe per averlo provocato e “finiamola qua”.
Insomma la violenza fisica o anche verbale e la sopraffazione nelle istituzioni e nella società dobbiamo considerarli normali, anche se poi andiamo nelle scuole per insegnare ai ragazzi a contrastare il bullismo e i violenti, come se bastassero le parole e non contassero invece i continui esempi di aggressività da parte degli adulti che fanno passare il concetto che vale la legge del più forte
È di ieri la notizia che, proprio a Crotone, un ciclista ha rimproverato ad un automobilista di aver parcheggiato sulla corsia della pista ciclabile e l’altro ha deciso di concludere la discussione aggredendo con un coltello il ciclista.
Poi si fanno anche campagne contro la violenza sulle donne spiegando che la violenza fisica, verbale o psicologica non può mai essere ammessa e va sempre contrastata e condannata. Ma come… questi uomini che alzano le mani e qualche volta ammazzano pure non vanno compresi se lo fanno perché irritati dal comportamento delle “loro” donne?
D’altra parte ormai viviamo in una società in cui chi si comporta con rispetto e onestà viene preso per ingenuo, chi invece imbroglia e prevarica è un furbo che sa vivere.
Ad esempio nella nostra città molti, troppi automobilisti ignorano stop, precedenze, strisce pedonali guidando come se la città fosse loro e parcheggiando dove meglio credono, in doppia fila, sulle strisce, al posto riservato ai disabili, ecc., perché quelli che rispettano le regole sono dei poveri sciocchi e il mondo è dei prepotenti e dei furbi
E chi non la pensa così ha paura. Paura di parlare, paura di reagire, paura persino di pensare di vivere tranquillo.
Eppure la maggioranza delle persone vorrebbero vivere nel reciproco rispetto e nel rispetto delle regole, ma non si indigna. Rimane in silenzio.
E allora una volta per tutte dobbiamo ribadire che non si può accettare in nessun caso la violenza fisica o verbale da parte di chiunque, fosse pure un grande medico che salva vite umane, un grande benefattore, un politico che fa tanto per il suo paese e così via.
Ma dobbiamo tutti fare qualcosa per cambiare. Serve solo un po’ di coraggio.
Quello di dire “basta”.
Quello di non restare zitti.
Quello di scegliere da che parte stare.
Antonio Tata e Pino De Lucia

