Bonifica, Fdi ai sindaci che hanno firmato ricorso con il Pd: «Chiariscano»
Il presidente provinciale Michele De Simone definisce «inopportuna la sottoscrizione del Pd del ricorso presentato dai Comuni»
CROTONE Il presidente provinciale di Fratelli d'Italia di Crotone, Michele De Simone, intervenendo in merito alla bonifica dell'area Sin, definisce «inopportuna la sottoscrizione del Pd del ricorso presentato dai Comuni di Scandale, Strongoli e Santa Severina».
«I Comuni di Scandale, Strongoli e Santa Severina - scrive De Simone - hanno presentato un ricorso collettivo al Tar di Catanzaro contro il decreto del ministero dell’Ambiente numero 27 del 2024, che permetterebbe ad Eni Rewind di poter lasciare i rifiuti pericolosi della bonifica a Crotone. Un provvedimento che ha suscitato preoccupazioni tra le amministrazioni locali e i cittadini».
«Seppur siano dunque legittime le preoccupazioni dei tre Comuni - stigmatizza De Simone -, tuttavia la contestuale firma del ricorso da parte di cinque esponenti del Partito democratico, tra cui il segretario provinciale Leo Barberio, solleva dubbi sulla separazione tra azione amministrativa e azione politica e mina la credibilità dell’iniziativa, che appare una mera strumentalizzazione politica a fini esclusivamente elettorali».
«Le Giunte comunali - ricorda De Simone - hanno il dovere di perseguire l'interesse pubblico in modo imparziale, evitando che la loro posizione possa essere percepita come il frutto di una battaglia politica esclusivamente di partito. Il fatto che il ricorso venga firmato da dirigenti di partito e da una figura apicale come il segretario provinciale del Pd crea dei conflitti di interesse, soprattutto se si considera che tale ricorso è destinato ad avere implicazioni politiche a livello regionale e nazionali».
«Così come non è da sottacere - rincara De Simone - il fatto che ciascun Comune abbia impegnato delle somme pubbliche per le spese legali necessarie per avviare la causa, cosa che suscita perplessità sulla trasparenza e sulla gestione delle risorse pubbliche. E sul punto sarebbe opportuno un chiarimento dai tre sindaci riguardo le motivazioni che hanno spinto queste amministrazioni a intraprendere una causa legale assieme ad un partito, anche se è il loro. E se i tre sindaci ritengono che sia normale agire in questo modo, dovrebbero chiarire anche perché non abbiano condiviso tale scelte con tutte le altre forze politiche».
«Anche la Provincia di Crotone e la Regione Calabria - aggiunge De Simone - hanno presentato propri ricorsi al Tar ma con scelte amministrative e istituzionali autonome dalle logiche di partito. Pur condividendo la legittima preoccupazione per la gestione dei rifiuti pericolosi e l’ambiente, è fondamentale che le azioni intraprese dai Comuni siano percepite come serie, imparziali e orientate al bene comune. La strumentalizzazione politica di un’iniziativa di questo tipo compromette non solo la credibilità dell’azione legale, ma anche quella delle istituzioni locali stesse», conclude De Simone.