In libertà il grafico Saverio Danese: ha patteggiato per bancarotta fraudolenta
Accordati 3 anni e 4 mesi dal gip di Crotone. Sì al patteggiamento anche per la consorte Viviana Rizzo (2 anni e 4mila euro di multa) con pena sospesa

CROTONE Torna in libertà l'imprenditore crotonese Saverio Danese, 62 anni, dopo aver patteggiato una pena a 3 anni e 4 mesi per l'accusa di bancarotta fraudolenta a danno di due società operanti nel settore della promozione pubblicitaria.
Accusa, questa, che gli era stata contesta lo scorso 6 marzo allorquando scattò il blitz della Guardia di finanza che eseguì la misura cautelare restrittiva ai domiciliari per lui e per la sua consorte, Viviana Rizzo, di 56 anni, già rimessa in libertà lo scorso 10 marzo. Anche lei, nella giornata del 28 maggio scorso, ha patteggiato 2 anni e 4mila euro di multa con pena sospesa per la stessa accusa.

Entrambe le richieste sono state concesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto. Contestualmente lo stesso gip, su richiesta dei legali Aldo Truncè e Giuseppe Gallo ha accordato al 62enne imprenditore la revoca della misura cautelare ai domiciliari.
Il gip ha inoltre predisposto la confisca delle partecipazioni societarie e delle aziende con vincolo giudiziale in quanto oggetto dell'inchiesta.
Secondo quanto raccolto dalla Guardia di finanza (attraverso il nucleo di Polizia economico-finanziaria che ha portato avanti le indagini), i due avrebbero portato al dissesto le società dopo aver accumulato, tra gli anni 2012 e 2021, debiti erariali per complessivi 900.0000 mila euro e depauperato le risorse finanziarie aziendali per circa 500mila euro, oltre ad aver occultato i libri e i registri contabili e distratto i beni aziendali trasferendoli a due nuove società costituite ad hoc.
Contestuale all'esecuzione del provvedimento cautelare erano state, inoltre, sottoposte a sequestro anche le quote societarie e i beni mobili e immobili delle due new company, anch’esse con sede in Crotone e operanti nel medesimo settore commerciale di quelle fallite. Per gli inquirenti sono state lo strumento attraverso il quale l'imprenditore Danese ha potuto proseguire indisturbato la propria attività a discapito dell’Erario e dei creditori.
Secondo quanto contenuto nelle carte dell'inchiesta, numerosi e per importi rilevanti sarebbero stati i prelievi dai conti societari effettuati negli anni dai coniugi, destinati a soddisfare esigenze personali, estranei all’attività aziendale, come ad esempio l’acquisto di un’imbarcazione di lusso e di un appartamento sito nel pieno centro di Crotone.