Un albero potato (cosa che avviene di continuo per altri centinaia d'alberi che si trovano lungo i viali), un palco sistemato in piazza Pitagora (in passato simili strutture allestite anche nell'Ezio Scida per determinati concerti che hanno causato anche danno al manto erboso), alcune strade chiuse al traffico senza creare problemi alla viabilità in generale (quando il Crotone gioca in casa le strade attorno all'Ezio Scida sono tutte transennate per quasi l'intera giornata creando problemi di viabilità alle centinaia di famiglie che abitano nelle vicinanze dello stadio).

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Sono tutti eventi straordinari, ma pur sempre fisiologici in occasione della manifestazione “L’anno che verrà” che l’intera popolazione avrebbe dovuto accogliere con simpatia. Ed invece, da quando sono iniziati i preparativi per l’allestimento dello spettacolo dell’ultimo dell’anno, in città è un continuo botta e risposta tra contrari: “stanno creando enormi disagi all’intera popolazione per qualche ora di spettacolo senza nessun ritorno economico”, e favorevoli: “è un evento che metterà Crotone in evidenza a livello Nazionale con una forte ricaduta economica per la massiccia presenza di persone che arriveranno dall’intera Provincia e da altre Città della Calabria e non”. Un vero “referendum” tra contrari e favorevoli.
Lo spettacolo si farà lo stesso e poi tutto tornerà come prima. Crotone continuerà ad essere l’ultima provincia d’Italia e quindi d’Europa a causa della mancanza di servizi di ogni genere, l’enorme disoccupazione giovanile costretta ad emigrare in cerca di lavoro o per continuare gli studi dopo il conseguimento della maturità (questo si un evento negativo che si ripete da anni senza alcuna soluzione), la desertificazione industriale che ha falcidiato migliaia posti di lavoro.
Tutto questo è quanto offre Crotone ai suoi abitanti da decenni. Una grossa realtà negativa da costringere i crotonesi ad una continua protesta nei confronti delle Istituzioni locali, regionali, nazionali.
Ed invece niente avviene di eclatante, soltanto qualche chiacchiericcio quando le statistiche parlano della qualità della vita di ogni città. Diversamente dal continuo parlare dell’evento “L'anno che verrà” vissuto da una parte dei cittadini più come una punizione che come un momento di festa, se pur di qualche ora, in una comunità che da troppo tempo è martoriata da eventi negativi.
Ecco lamentiamoci di questo a tempo debito e nelle sedi opportune per altro. Ma non adesso! È arrivato il momento di seppellire l'ascia di guerra e godersi il Capodanno Rai. È il momento di essere protagonisti, almeno per una notte, perche' celebrati da tutta Italia!