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CROTONE La prossima settimana dovrebbe essere presentato il nuovo atto aziendale dell’Asp di Crotone e probabilmente subito dopo la commissaria Monica Calamai lascerà l’incarico in Calabria

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Non può andare via prima per non perdere il riconoscimento economico che scatta per il lavoro svolto nella compilazione del documento fondamentale (atto aziendale) che regola tutte le attività che devono essere messe in campo dall’Azienda nei prossimi mesi ed anni.

È stato il presidente della giunta calabrese dimissionario, Roberto Occhiuto, ad annunciare la volontà di Calamai ad andare via. Occhiuto ha legato la questione alla sua vicenda giudiziaria, ma non si può escludere che Calamai pensava ad un nuovo incarico in un’azienda della Lombardia e che la sua decisione non abbia nulla a che fare con l’avviso di garanzia ad Occhiuto.

La proposta dell’incarico in terra lombarda, come abbiamo scritto su questo giornale, le era stata avanzata dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. La questione non è andata in porto per l’opposizione degli assessori e consiglieri regionali lombardi di Fratelli d’Italia.

Approvato l’atto aziendale e incassato il bonus economico “lady di ferro” dovrebbe tornarsene in Toscana dalla sua famiglia, magari in attesa di avere un altro prestigioso incarico nella sanità, considerato che viene accreditata come un manager di grande spessore.

A Crotone, ad avviso di chi scrive, non ha avuto grande successo perché gli ambiti di movimenti assegnatele dal presidente Occhiuto erano ristretti. L’Azienda non ha e non aveva una sufficiente disponibilità di medici, le strutture sanitarie, compreso l’ospedale di Crotone, sono vecchie e presentano miliardi di problemi, non c’era e non c’è stata programmazione delle attività che, purtroppo subiscono continui tagli sia in termini di quantità che di qualità.

A tutto questo si aggiungono i tagli necessari da fare per garantire il rientro della spesa sanitaria. Tagli che vengono sempre realizzati sulla pelle degli utenti. 
L’unica nota positiva sono stati gli annunci, compresi quelli del presidente della Regione Calabria. Una rappresentazione di sogni che, però, ha fatto a pugni con la realtà.

Lo sanno bene i pazienti-utenti della provincia di Crotone che, anche per una valutazione sanitaria (esami diagnostici complessi) o per interventi devono, come minimo, recarsi a Catanzaro (la sede più vicina) o ricorrere alle strutture sanitarie private, che anno dopo anno stanno sostituendo la sanità pubblica sempre più in difficoltà.

È ovvio che un manager, come Calamai, che ha amministrato aziende in Toscana ed Emilia Romagna in Calabria ha dovuto fare i conti con i muri di gomma. Non è la prima che dispone l’Atto aziendale e, poi, lascia.

È successo anche con il suo predecessore il lombardo, Antonio Brambilla. L’atto aziendale proposto da Brambilla, contestato da tutti, a distanza di sei mesi dalla sua presentazione non esiste più. 

Se va via Calamai probabilmente Occhiuto procederà a nominare un papa straniero, visto che su Crotone si vuole buttare fumo negli occhi con scelte che hanno lo stesso imbatto degli effetti speciali in uso al cinema.

La nuova designazione, sempre che Calamai non cambi decisione, spetterà farla ad Occhiuto che, si è dimesso da presidente, ma si è tenuto stretto l’incarico di commissario della sanità calabrese.

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