L'arte bianca
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CATANZARO Da “orco”, sottoposto al giogo del braccialetto elettronico per un anno, a uomo libero e innocente che riacquista, in un solo giorno, la totale indipendenza negata. Sono i due pesi e le due misure della Giustizia italiana ed è anche quanto accaduto a un 24enne di origini romene residente a Isola Capo Di Rizzuto.

CORTE D'APPELLO Il pronunciamento avvenuto nell'udienza del 23 gennaio scorso, infatti, per mano della Seconda sezione penale della Corte d'appello di Catanzaro, ha totalmente riformato la sentenza emessa dal gup del Tribunale di Crotone assolvendo l'imputato per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale e da tutte le accuse «perché il fatto non sussiste», accogliendo così le tesi del legale difensore Giuseppe Nicotera del foro di Crotone.

Il Fatto Il giovane, con una vita sentimentale travagliata alle spalle, era stato tratto in arresto il 4 dicembre del 2023 per i reati contestati poi in giudizio. La Procura aveva subito chiesto la misura della custodia cautelare in carcere, ma il gup del Tribunale di Crotone aveva applicato la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

MISURA CAUTELARE L'allora 23enne, era stato intanto sottoposto all'applicazione del braccialetto elettronico per tutta la durata del processo, che si è protratta per più di un anno. All'esito del giudizio di primo grado, l'imputato è stato condannato alla pena di 4 anni e 2 mesi di reclusione il 9 aprile del 2024.

LA DECISIONE Impugnata la sentenza, la Corte d'Appello di Catanzaro ha riformato la decisione precedente, ritenendo le condotte contestate come non sussistenti e assolvendo l'imputato, con formula piena. Le motivazioni sono state riservate in 90 giorni.