L'arte bianca
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CROTONE Saranno stabilizzati i 35 tirocinanti di inclusione sociale in forza alla Provincia di Crotone. Questa mattina il presidente della Provincia, Sergio Ferrari, ha ufficializzato la sua decisione ai lavoratori commossi. Nel corso dell’incontro, tenutosi alla Provincia, hanno pianto tutti, nemmeno Ferrari è riuscito a trattenere le lacrime.

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I “35 padri di famiglia” hanno scritto una commovente lettera (la copia è stata consegnata a questo giornale da un lavoratore) per ringraziarlo e ricordargli di esser stati “spesso bistratati”, e di essersi sentiti “figli di un dio minore, noi eternamente nel limbo, tra continue speranze e delusioni”. “Noi al pari di altri donne e uomini – si legge nella lettera - abbiamo famiglie e figli da mantenere. Noi, che abbiamo passato l’ultima notte insonne, tra speranza e preoccupazione”.

I lavoratori stabilizzati hanno evidenziato di avere apprezzato “le belle parole” pronunciate da Ferrati, “che hanno ridato dignità a tutti”. La stessa dignità, purtroppo, non è stata riconosciuta dal Comune di Crotone a tutti i propri tirocinanti. Al Comune sono in tutto 34 e solo dieci vedranno la luce del paradiso (stabilizzazione del lavoro), gli altri resteranno in quel limbo-inferno senza dignità in cui sono stati cacciati da quando sono stati definiti tirocinanti. 

Anni e anni di lavoro al servizio del Comune, che ha scelto di perseguire una strada diversa da quella della Provincia. Eppure l’amministrazione comunale, sul piano teorico, ha sempre predicato attenzione per il lavoro. Evidentemente tra la teoria e la prassi c’è un vuoto incolmabile. L’operazione alla Provincia è stata fatta perché la Regione Calabria ha messo a disposizione degli enti pubblici la somma di 54.000 euro per ogni tirocinante.

La parte mancante dei soldi doveva essere inserita nei bilanci degli enti. Il Comune ha scelto la strada di stabilizzare solo un terzo dei propri tirocinanti, sostenendo di non avere la copertura finanziaria per completare l’operazione. Forse tagliando qualche festa di piazza e qualche sagra si poteva garantire il futuro e la dignità anche ai 23 tirocinanti che vengono lasciati nel limbo-inferno senza la dignità di un lavoro certo.

C’è tempo sino a domani, 31 luglio, per fare l’operazione. I tempi, quindi, sono stretti e i tirocinanti domani mattina grideranno forte per chiedere dignità davanti al palazzo comunale, dove è stata organizzata una iniziativa. Chiederanno anche perché per dieci di loro si aprono le porte del paradiso e per i restanti 23 quelli dell’inferno più cupo, dove la dignità e il futuro sono stati uccisi. Chiederanno perché dieci sì e il resto no.


 

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