Digitalizzazione cartelle sanitarie, Confial: «Così non va, serve incontro»
Il sindacato esprime forte preoccupazione attraverso il segretario provinciale di Crotone, Fabio Tomaino, circa l'investimento pubblico della Regione Calabria da 20 milioni di euro

CROTONE Una «richiesta di intervento urgente per criticità nel progetto di digitalizzazione delle cartelle sanitarie in Calabria» è stata rivolta dal segretario provinciale di Confial di Crotone, Fabio Tomaino, è stata rivolta all'attenzione del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, del sindaco di Crotone e del presidente della Provincia di Crotone.
«Con senso di responsabilità e profonda preoccupazione - si legge nella missiva -, riteniamo doveroso portare alla luce le gravi criticità riscontrate nell’ambito del progetto di digitalizzazione delle cartelle sanitarie della Regione Calabria, annunciato lo scorso 19 dicembre con un investimento pubblico di oltre 20 milioni di euro e con l’ambizione di rappresentare un modello di efficienza a livello nazionale».
«Ad oggi, a sette mesi dall’avvio - entra nel merito Tomaino -, registriamo una situazione allarmante sotto molteplici aspetti: ritardi nelle procedure di avvio e consegna delle attrezzature: molte postazioni sono ancora sprovviste di scanner e parte del personale lavora senza credenziali di accesso; condizioni lavorative inadeguate: la sede assegnata non è conforme agli standard di sicurezza né idonea a ospitare il numero di lavoratori previsto. Durante i mesi estivi, sono stati registrati numerosi malori causati dalle alte temperature e diversi accessi al pronto soccorso; assenza di controllo accessi: la struttura è priva di badge e sistemi di sicurezza, risultando accessibile a chiunque; interruzioni impreviste delle attività: come accaduto nella sede Konecta di Crotone, chiusa senza preavviso dal 25 al 27 luglio per mancanza di materiale da lavorare, nonostante fino al giorno prima venisse richiesto al personale di accelerare le operazioni; mancanza di criteri organizzativi: si richiede la scannerizzazione indiscriminata di documenti, senza rispetto dell’ordine cronologico né della coerenza con la documentazione sanitaria, compromettendo la qualità e l’efficacia del servizio; preoccupazioni occupazionali: desta forte inquietudine la proposta di incentivi all’esodo avanzata dall’azienda Konecta e il mancato rispetto dell’accordo ministeriale del 19 dicembre, che prevedeva la stabilizzazione degli ex lavoratori Abramo (ex Lap), oggi inquadrati solo con contratti a tempo determinato».
«In questo contesto, riteniamo indispensabile - chiede la Confial - un incontro urgente con il presidente Occhiuto, con il coinvolgimento delle Istituzioni locali, per garantire chiarezza e trasparenza sull’impiego delle risorse pubbliche, sulla corretta attuazione del progetto, e, soprattutto, sulla tutela della dignità e della sicurezza dei lavoratori coinvolti.Non intendiamo rimanere in silenzio di fronte a una situazione tanto grottesca quanto pericolosa per il futuro occupazionale di centinaia di famiglie. Siamo determinati a tutelare i diritti dei lavoratori con ogni mezzo lecito a disposizione, compresa la possibilità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, qualora non dovessero esserci riscontri concreti e tempestivi».
«Confidiamo nella sensibilità e nel senso di responsabilità delle Istituzioni - auspica Confial -, in particolare del presidente Roberto Occhiuto, ideatore e promotore di un progetto ambizioso e potenzialmente trasformativo per il nostro territorio. Siamo certi che sia ignaro delle gravi problematiche qui denunciate e che sia ancora animato dallo stesso principio guida che ha ispirato l’iniziativa: trasformare una criticità in una grande opportunità, garantendo servizi più efficienti e lavoro stabile».
«Per questo, riteniamo urgente - conclude Tomaino - un confronto diretto e costruttivo che possa riportare il progetto sui binari della correttezza, della trasparenza e della dignità del lavoro. Vogliano che questa iniziativa, nata con buone intenzioni, non si trasformi nell’ennesima occasione mancata per il nostro territorio».