L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE Tre persone sono state arrestate a Crotone su disposizione della Dda di Catanzaro per associazione a delinquere, estorsione, illecita concorrenza. I militari della Guardia di Finanza hanno anche sequestrato beni per oltre un milione di euro. 

L'ordinanza di misure cautelari, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, è stata eseguita stamattina da 30 militari delle Fiamme gialle di Crotone, insieme a unità cinofile, nei confronti di tre persone ritenute a vario titolo appartenenti o collegati a un sodalizio delinquenziale che operava nella provincia di Crotone, ma con proiezioni in altre province calabresi e nazionali. 

L'operazione, denominata "Cassandra", ha individuato come destinatari delle misure cautelari in carcere Gianluca Pennisi di 50 anni, Gaetano Russo, 45 anni; mentre ai domiciliari è stato posto Nicola Siniscalchi, 49 anni. Risultano invece indagati a piede libero nella stessa inchiesta perché considerati “prestanome” Albino Borrelli, 33 anni, che avrebbe assunto la titolarità della “Cambusa Srl”, società che ingloba l’omonimo ristorante e i locali Gyn Lab ed Ego Caffè, nonché lo stabilimento balneare “Lido Makai”; e Mariano Romano, cui è intestato il risotorante di sushi denominato “Uramare”.

Le accuse per i destinatari delle misure cautelari sono per associazione per delinquere di tipo mafioso; trasferimento fraudolento di valori ed estorsione; illecita concorrenza con minaccia o violenza; tutte con l'aggravante mafiosa. 

Contestualmente sono stati eseguiti sequestri di società, ditte individuali, immobili, rapporti bancari, autoveicoli e motoveicoli. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l'organizzazione criminale, di matrice 'ndranghetista, ha operato attraverso una ramificazione capillare nel settore del food e beverage, con interessi economici in esercizi commerciali situati sul lungomare crotonese. 

Le indagini hanno evidenziato l'impiego di articolate schermature societarie e di prestanome finalizzati a eludere le norme in materia di prevenzione patrimoniale, che colpiscono le concentrazioni di ricchezza accumulate nel tempo dalla criminalità organizzata, nonché il ricorso a condotte tipiche del metodo mafioso, caratterizzate, secondo gli elementi investigativi, da comportamenti intimidatori e minacciosi, finalizzati a consolidare un assetto di oligopolio commerciale nel settore di riferimento. 

Cassandra, locali del lungomare di Crotone in mano al clan Megna di Papanice

Uil, Bombardieri a Crotone: «Forte il messaggio che parte dalla città»
Cassandra, locali del lungomare di Crotone in mano al clan Megna di Papanice