Un "regalicchio" da Eni rewind che chiede in cambio la modifica del Paur
L'annuncio dell'avvio dei lavori di bonifica il 16 giugno e il trasferimento di sole 40mila tonnellate in Svezia hanno un costo: rimuovere il vincolo regionale
CROTONE Eni Rewind mette in campo il solito gioco del bastone e della carota. Da una parte, annuncia che il prossimo 16 giugno «inizieranno le attività di scavo per la bonifica delle ex discariche frontemare» e che l’operazione si farà trasportando i veleni in Svezia mentre, dall’altra, ribadisce che solo 40.000 tonnellate di quei rifiuti pericolosi saranno smaltiti fuori dai confini calabresi, nella discarica di Kumla in Svezia.
In cambio di questo “regalicchio” chiede alla Regione Calabria di annullare le prescrizioni contenute nel Paur, che prevedono che tutti i veleni debbano trovare spazi fuori dai confini calabresi. Le 40.000 tonnellate dovranno essere trasportate in Svezia entro e non oltre il 25 maggio del 2026, perché poi entrerà in funzione il blocco della normativa europea che impone lo smaltimento dei veleni nei territori che li hanno prodotti.
Un concetto che non può trovare condivisione perché la provincia di Crotone non ha prodotto veleni che, invece, attengono la responsabilità di imprenditori venuti da altre realtà. Nel caso dell’ex Pertusola sud gli imprenditori erano una cordata Franco-Belga (quindi europei non italiani)
Eni Rewind, poi, non dice la verità quando conteggia in 760.000 tonnellate i rifiuti da smaltire per lo smantellamento della discarica fronte mare. In quell’impianto ci sono oltre un milione di tonnellate di veleni. Questi sono i numeri che sono stati sempre ipotizzati anche durante gli incontri ufficiali.
Il ragionamento che fa oggi Eni Rewind non è chiaro perché propone di smaltire in Svezia 40.000 tonnellate per buttare fumo negli occhi, dice ancora che 400.000 tonnellate, considerate non pericolose, verranno trasportati fuori dalla Calabria e che le restanti 360.000 tonnellate dovranno essere stipate nella discarica di Columbra del gruppo imprenditoriale Vrenna.
La discarica di Sovreco a Columbra
Quasi tutti quelli che non vengono nascosti sotto il tappetino (altre 400.000 tonnellate su cui volutamente è calato un silenzio tombale) non si sa dove si intendono smaltire. A questo punto due sono le ipotesi che vengono in mente: Eni Rewind sta ancora pensando ad una discarica di scopo; si andrà ad un ampliamento di Columbra accogliendo la richiesta e la progettazione già presentata presso l’assessorato regionale Ambiente dal gruppo imprenditoriale Vrenna.
Due ipotesi che potrebbero portare a Crotone altri veleni, magari dal resto dell’Europa e in barba alla legge che oggi sbandiera Eni Rewind che impedisce di smaltire fuori dall’Italia i veleni di Crotone. A volte i miracoli, quando sono all’incontrario, si realizzano senza alcun intoppo.
Da sinistra: Voce, Occhiuto e Ferrari
A questo punto resta da capire perché Regione, Comune e Provincia non hanno ancora denunciato l’Eni per la mancata bonifica. Ha ciurlato nel manico per cinque anni (dalla Conferenza dei servizi del 24 ottobre del 2019) trovando ogni scusa e frapponendo ostacoli di ogni genere e così si è arrivati alla vigilia della legge dell’Ue che entrerà in vigore il 26 maggio del 2026.