L'arte bianca
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CATANZARO Incappa per la prima volta, nella sua lunga carriera politica, nelle maglie della giustizia, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria dal 2021 e commissario dalla sanità calabrese. Occhiuto è indagato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro per corruzione. A rivelarlo è stato, con una mossa a sorpresa, lo stesso Occhiuto con un video sui social.

«Non avrei mai pensato - afferma Occhiuto - di dover condividere con voi una notizia di questo genere. Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia, mi dicono nell'ambito di un'inchiesta più ampia, che coinvolgerebbe più persone. Un avviso per corruzione. A me? Che in questi anni ho gestito la Regione con un rigore assoluto, che non ho fatto mai niente che si avvicinasse lontanamente ad un'ipotesi di corruzione».

Titolare del fascicolo d'inchiesta, secondo quando si è appreso, è il sostituto procuratore Domenico Assumma. Nulla è trapelato, però, al momento sul contenuto dell'inchiesta e quale aspetto della complessa attività della Regione possa riguardare. Non si sa neppure, peraltro, se l'inchiesta riguardi il ruolo di Occhiuto come presidente della Regione o come commissario della Sanità.

La notizia dell'indagine su Roberto Occhiuto rischia di avere un effetto dirompente per un esponente politico che riveste un ruolo nazionale di rilievo, essendo anche vicesegretario nazionale di Forza Italia. Una situazione che presentava i presupposti per lanciare Occhiuto verso traguardi politici sempre più ambiziosi. Tanto che era stato lo stesso Occhiuto a ipotizzare nelle settimane scorse la possibilità di un suo secondo mandato alla guida della Regione Calabria. La reazione di Occhiuto all'indagine avviata a suo carico è stata veemente.

«Solitamente - ha affermato - si dice “sono sereno, confido nella magistratura”. Sono sereno un piffero… non sono sereno, perché essere iscritto nel registro degli indagati, anche a mia tutela, come mi dicono, per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio. È una cosa inverosimile che io possa essere avvicinato ad un'ipotesi anche lontanamente vicina alla corruzione. Ma io non faccio come quelli che quando passano dall'altra parte cambiano opinione. In questi anni ho detto ai magistrati e agli inquirenti che in una Regione come la Calabria bisogna indagare, indagare, sempre indagare fino in fondo. Fate la stessa cosa: indagate, indagate, indagate col massimo rigore, controllatemi tutto, perché io non ho fatto nulla di male. E anzi, ho chiesto oggi stesso di essere interrogato dai magistrati, pure al buio, perché non so nemmeno quale circostanza mi viene contestata. Ho chiesto di essere sentito al più presto perché per come mi sono comportato in questi anni non ho nulla da temere».

Subito in difesa di Occhiuto è sceso in campo il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, legato al Governatore da un'antica amicizia fin dai dai tempi della comune militanza parlamentare (Occhiuto è stato anche vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera). «Conosco Roberto Occhiuto . scrive Tajani su X - da moltissimi anni. È una persona per bene e onesta. Sono certo della sua innocenza, non ho alcun dubbio sulla sua estraneità ai fatti contestati. Sono convinto che l'esito delle indagini gli renderà giustizia. Forza Roberto!».


 

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