L'arte bianca
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CROTONE Via libera della Regione Calabria alla ditta “Salvaguardia ambientale Spa” per realizzare a Crotone (attraverso un progetto di adeguamento) un impianto di gassificazione da 25 tonnellate al giorno per trattare rifiuti organici pericolosi e non. L'ok è arrivato con il decreto dirigenziale numero 3830 del 20 marzo scorso del dipartimento Territorio e tutela dell'ambiente (Settore 02 - valutazioni autorizzazioni ambientali – sviluppo sostenibile).

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Salvaguardia ambientale è una società del Gruppo Envì che fa capo al patron dell'Fc Crotone, Gianni Vrenna. Dal 1987 si occupa di raccolta, trasporto e conferimento allo smaltimento o al recupero dei rifiuti e di bonifiche ambientali.
L'autorizzazione d'impatto ambientale alla realizzazione dell'impianto, che è un «adeguamento» di quello già preesistente, è avvenuto sulla scorta di due Conferenze dei servizi (Cds) nelle quali sono stati incassati i pareri favorevoli di Comune, Provincia e Asp di Crotone, di Arpacal, Corap, Vigili del fuoco.
Nelle more del provvedimento è predisposto l'obbligo di rispettare le prescrizioni dettate dai vari partecipanti alla Cds e quello di procedere alla realizzazione attraverso un «Piano di monitoraggio e controllo comprensivo del cronoprogramma dei lavori di adeguamento» e un «Piano gestione odori e planimetrie».
Il progetto di adeguamento per la realizzazione dell'impianto di gassificazione per trattare rifiuti organici pericolosi e non, prevede anche un impianto di lavaggio contenitori vuoti in plastica utilizzati per il conferimento dei rifiuti sanitari mediante lavabidoni e la realizzazione di baie di stoccaggio all’interno del fabbricato esistente e altre attività nel sito di via Enrico Mattei in località Passovecchio del Comune di Crotone.
Il provvedimento autorizzativo ha validità di 12 anni decorrenti dalla data di rilascio dello stesso. Attraverso questo adeguamento, Salvaguardia ambientale intende recuperare energia elettrica derivante dal processo di trasformazione dei rifiuti sanitari una volta sterilizzati. Ecco perché occorre anche l'impianto di sterilizzazione di rifiuti a rischio infettivo attraverso un impianto di lavaggio di contenitori, con baie di stoccaggio e altre attività.
La relazione tecnica allegata al provvedimento autorizzativo lo definisce un «servizio di pubblica utilità» in cui «l’incidenza dell’impianto a livello ambientale è nettamente inferiore a qualsiasi altro impianto similare» poiché «non consuma ossigeno dell’aria» e comporta un minimo consumo d’acqua, sfruttando l’umidità presente nei prodotti da trattare e non utilizzando additivi chimici.