L'arte bianca
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CUTRO «Plaudo al lavoro che fanno la Prefettura e le Forze dell'ordine e mi sono costituito parte civile nei processi contro la 'ndrangheta. Ma togliere "Città di Cutro" dal nome di quel viale equivale a criminalizzare tutta la comunità cutrese. Si vuole dire che sono tutti delinquenti?». Il sindaco di Cutro Antonio Ceraso risponde così alla proposta dell'ex prefetta Antonella De Miro di sostituimire il nome del viale con "Reggio Emilia, città libera da tutte le mafie". La replica appare in una intervista della giornalista Serena Arbizzi sulla Gazzetta di Reggio Emilia. 

L'ex prefetta Antonella De Miro

«Mi sembra eccessivo togliere il nome "Città di Cutro al viale" - aggiunge il primo cittadino -.Alla quarta generazione mica sono tutti figli di ’ndranghetisti. Perché, se sostituiamo il nome di quella strada, allora, non togliamo anche il certificato elettorale i cutresi? Mi pare che in tanti a Reggio Emilia siano stati eletti con i voti dei cutresi». 

«Un conto è parlare di ’ndrangheta nei salotti di Roma e Milano - rimarca, poi, il primo cittadino di Cutro -. Un altro è costituirsi contro i clan, qui a Cutro. Io ho sempre sostenuto che la ’ndrangheta vada combattuta e non mi sono mai tirato indietro. Se mi indicate quali sono i delinquenti da punire mi spendo in prima persona per farlo, al contrario di tante associazioni che si riempiono la bocca di ’ndrangheta. Venissero qui, a Cutro, a parlarne come faccio io». 

«E sono stato l’unico a metterci la faccia, qui in Calabria, in questo senso». Il sindaco evoca la grande manifestazione organizzata a Cutro nel febbraio 2024 dopo che alcuni imprenditori avevano denunciato il loro estortori. 

Secondo Ceraso però, «non va fatta di tutta l’erba un fascio. La boutade dell’ex prefetta io me la sarei risparmiata. Ha scoperchiato a suo tempo una pentola importante e meno male che lo ha fatto. Ma il marchio di Cutro non deve essere marchio indelebile di malaffare. Qui ci sono scultori pittori, artisti di ogni genere. Di questi sono onorato di essere sindaco. Non dei Grande Aracri e dei Sarcone. Ferma restando la totale condanna a chi ha commesso atti delinquenziali togliere il nome mi sembra eccessivo».

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