Lungaggini e burocrazia: ''svanisce'' la vasca anti-alluvione sul Papaniciaro
Potrebbe rivelarsi l'ennesima incompiuta in Calabria e, con più riguardo, l'ennesimo stop all'attuazione del “Piano Versace” redatto nel settembre del 1998 dal noto ingegnere contro i rischi alluvionali nel territorio di Crotone. Tutto questo accade a quasi 28 anni dal tragico evento del 14 ottobre 1996 che causò la morte di 6 persone e danni miliardari (era in vigore la Lira) per l'economia del territorio.
Con proprio decreto (il numero 33 del 23 gennaio scorso), infatti, il commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio della Regione Calabria, Giuseppe Nardi, ha accolto l'istanza presentata dalla ditta “Essebi costruzioni di Salvatore Baffa Srl” di rescissione contrattuale in merito all'appalto ottenuto per realizzare la seconda vasca di laminazione sul torrente Papaniciano in località “Manca di cani”.
L'intervento era stato finanziato per 1,7 milioni di euro attraverso un accordo di programma sottoscritto dalla Regione Calabria il 25 novembre 2010 e che aveva portato alla realizzazione di una prima vasca di laminazione.
Ebbene, nel decreto emesso in gennaio dal commissario Nardi, si legge di una lunga trafila tecnica e burocratica trascorsa tra l'aggiudicazione dell'appalto e la consegna dei lavori che ha portato la ditta Baffa, con nota inviata il 26 ottobre 2023, ad avvalersi di quanto previsto all'articolo 5 del comma 4 del decreto ministeriale 49 del 2018. L'articolo di legge recita: «Qualora la consegna avvenga in ritardo per causa imputabile alla stazione appaltante, l’esecutore può chiedere di recedere dal contratto. Nel caso di accoglimento dell’istanza di recesso l’esecutore ha diritto al rimborso delle spese contrattuali effettivamente sostenute e documentate».
Si tratta di un'ingente somma, 1,7 milioni di euro, assegnati dalla Regione alla messa in sicurezza di Papanice e Crotone e che, ad oggi, ritornerà al mittente.
Sull'accaduto è intervenuta anche la riflessione del consigliere comunale di Conenso, Enrico Pedace, che si chiede che fine faranno ad esso queste risorse. «Spero che - dichiara Pedace – si possa trovare una soluzione, un percorso alternativo perché queste risorse rimangano assegnate a Papanice per compiere gli ingenti lavori che necessita per la messa in sicurezza dai rischi derivanti dal dissesto idrogeologico già riconosciuto».