Il via libera dei sindaci all'atto aziendale? Celerità dal sapore elettorale
Quanti dei sindaci, che hanno votato favorevolmente alla proposta hanno almeno letto superficialmente il documento? Sono state risolte tutte le criticità denunciate nel passato?

CROTONE Un attivismo dal sapore elettorale. Se sono rose fioriranno, ma al momento, nonostante gli annunci e i proclami, il paziente della provincia di Crotone non ha risposte adeguate alle domande di sanità. Lo sanno bene coloro che si recano al pronto soccorso dell’unico ospedale pubblico esistente in tutta la provincia o devono fare ricerche diagnostiche più complesse o ancora valutazioni specialistiche.
Ovviamente si tratta di criticità che non possono essere attribuite ai nostri coraggiosi medici. Coraggiosi perché ci vuole coraggio a restare a Crotone e rischiare. La direzione strategica dell’Azienda sanitaria provinciale ha, quindi, concluso il lavoro di preparazione del nuovo Atto aziendale e i primi ad avere avuto il documento sono stati i sindaci della Conferenza provinciale, che hanno valutato positivamente le proposte contenute nell’Atto disposto dalla commissaria Monica Calamai.
La prima domanda che viene spontanea è: “Quanti dei sindaci, che hanno votato favorevolmente alla proposta hanno almeno letto superficialmente il documento?”. Da quello che riferiscono alla conferenza provinciale avrebbero partecipato più delegati che sindaci (assessori con delega) e questo, pur essendo legale, non è un buon viatico e fa immaginare disinteresse.

L’altra domanda che viene spontanea è se “i sindaci o delegati che hanno votato a favore, lo hanno fatto perché sono state risolte tutte le criticità denunciate nel passato?”. Mi riferisco alle garanzie sulla presenza delle postazioni mediche nel territorio. Un problema considerato, al momento irrisolvibile, per la mancanza dei medici, così come potrebbero far parte del libro dei sogni le cose scritte da Calamai e dal suo staff nell’Atto.
Da una prima lettura, ancora non approfondita del documento, ci sono proposte da condividere e altre che lasciano adito a perplessità. Qualcosa di buono c’è, ma dove saranno presi i medici per realizzare le proposte belle del libro dei sogni? A Crotone la maggior parte dei concorsi per assumere specialisti vanno deserti. Si concludono positivamente solo quelli per la nomina dei primari.
E’ un problema di opportunità in quanto si diventa primari a Crotone e poi si chiede il trasferimento in sedi più appetibili. Da questo bisogna partire per fare sogni realizzabili. C’è da rilevare, poi, la procedura adottata, e cioè il primo passaggio del viatico è stato quello di fare approvare ai sindaci la proposta. Se per ipotesi il passaggio obbligatorio successivo, quello nel Collegio di direzione, proponesse un emendamento che determina un cambiamento dell’Atto, il documento dovrà tornare di nuovo nella Conferenza provinciale dei sindaci.
Va tenuto conto che il Collegio di direzione è composto dai massimi dirigenti medici dell’Azienda, mentre i sindaci-medici sono pochissimi (forse solo quello di Santa Severina). Viene, quindi, il dubbio che il passaggio con i sindaci sia stato concordato per una questione elettorale. Ad ottobre si vota per eleggere il nuovo governo della Regione e in primavera per il sindaco di Crotone.
Magari non è così, ma spesso gli annunci positivi fatti in settori noti per le carenze hanno questa matrice quando per anni hanno fatto cilecca. Anche il documento allegato all’Atto, quello che propone la trasformazione del “San Giovanni di Dio” in ospedale Hub sembra proprio uno specchietto per le allodole (gli elettori).
In ogni caso l’Atto aziendale per diventare operativo dovrà essere approvato dalla Regione Calabria, che in questo momento e sino alla metà di ottobre dovrebbe fermare le bocce. Non si sa nemmeno se l’attuale commissario della sanità calabrese, Roberto Occhiuto, possa continuare a gestire il comparto, essendo candidato.
Se Occhiuto, mantiene l’incarico di commissario, potrebbe utilizzare la gestione della sanità per fare attività elettorale. Una situazione paradossale che non avrebbe nulla di condivisibile e legittimo. La politica (nessuno escluso) sta stravolgendo le regole e, quindi, tutto è possibile.
Una cosa, però, diventa urgente da chiarire: che farà Calamai? Il 2 agosto scorso Occhiuto ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha citato la commissaria di Crotone a proposito del fatto che Calamai è una delle due persone nominata da Occhiuto e che avrebbe detto di volere dimettersi da commissario dell’Asp di Crotone.
In quelle dichiarazioni di Occhiuto si coglieva grande amarezza, perché la scelta e l’annuncio, secondo il racconto del presidente, sarebbero stati espressi appena si è diffusa la notizia dell’avviso di garanzia consegnatogli dalla Procura di Catanzaro. Calamai va via o resta? E se va via che fine farà il suo Atto aziendale?