Senza giovani e lavoro, le opere sportive rischiano di diventare cattedrali nel deserto
A che servono tante strutture sportive se i giovani vanno via da Crotone? La risposta a questa domanda dovrebbe darsela l'Amministrazione comunale di Crotone, che ha puntato molto sulla realizzazione di impianti sportivi nella città.
Ha sicuramente fatto bene a sfruttare l'occasione che offriva il Pnrr, ma contestualmente avrebbe dovuto individuare il settore economico su cui puntare per impedire ai giovani e alle loro famiglie di trasferirsi definitivamente nei territori dove, oltre alle strutture strutture sportive, c'è il lavoro e il futuro garantito.
A Crotone, purtroppo, la crisi degli anni '90 del secolo scorso, ha portato alla dismissione delle fabbriche storiche ponendo così fine al sogno industriale iniziato negli negli anni '20 del novecento. Quel sogno si era realizzato grazie alla disponibilità e, quindi, all'utilizzo dell'energia elettrica prodotta dai laghi costruiti, proprio in quegli anni, in Sila.
Ora di energia, tra l'altro diversificata, il territorio ne produce a iosa ma non viene sfruttata per dare avvio ad una nuova stagione di sviluppo. Mancano le idee e le amministrazioni locali (Regione, Provincia e Comuni) sono più interessate alla realizzazione di opere, quali le strutture sportive, che non incidono sul futuro occupazionale del territorio.
Il dato vero è che quelle strutture rischiano di diventare cattedrali nel deserto perché i giovani si trasferiscono altrove. I dati anagrafici aggiornati a maggio scorso (2024) ci dicono che Crotone ha una popolazione residente di 59.159 abitanti. Nei primi mesi dell'anno abbiamo avuto 447 morti e 271 nascite. Non tutti i morti sono residenti a Crotone, ma sono stati conteggiati perché il decesso è avvenuto in strutture socio-sanitarie presenti in città.
In ogni caso il numero dei morti supera quello delle nascite e, quindi, siamo di fronte ad un fenomeno che impoverisce la città di presenze. Un fenomeno che è molto più grave di quello che appare se si tiene conto anche del dato che riguarda la cancellazione della residenza per trasferimenti in altri comuni. I dati sui trasferimenti sono catastrofici.
Il dramma è rappresentato dal fatto che, gran parte dei trasferimenti, riguardano i giovani e le loro famiglie. A Crotone non c'è lavoro e, quindi, non si intravvede futuro e i giovani, soprattutto quelli che hanno conseguito lauree pesanti, si trasferiscono al nord Italia o addirittura in paesi dell'Europa o in America.
Questi trasferimenti impoveriscono inesorabilmente un territorio già povero. Su questo fronte dovrebbero lavorare le amministrazioni locali per fermare un'emorragia che lascia esangue il territorio. Invece, qui si lavora principalmente per costruire strutture sportive. Non mi si venga a dire che il ruolo delle amministrazione locali non sia quello di creare lavoro, perché vuol dire che non si vuole uscire dal tunnel. Le amministrazione locali hanno il compito di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e qui da noi, sino ad ora, nessuno ha svolto i compiti a casa.
PsApprofitto per chiedere ufficialmente al sindaco Vincenzo Voce (lo ho già fatto privatamente, ma non ho ancora ottenuto alcuna risposta) se ha chiarito la questione dei cinque milioni di euro che potrebbero mancare all'appello nella somma complessiva che il Tribunale di Milano nel 2012 ha assegnato a Crotone quale risarcimento per i danni ambientali subiti. La stessa Eni Rewind, in una informativa inviata al sottoscritto, parla di 70,16 milioni di euro e 3,26 milioni “quale aggio di riscossione per Equitalia”, ma al commissario straordinario, Emilio Errigo, sono stati assegnati poco più di 65 milioni di euro per effettuare gli interventi da programmare.