Bonifica, modifica del Paur per lasciare le scorie a Crotone: qual e' la contropartita?
«Attacca l'asino dove vuole il padrone». È un vecchio detto che sembra proprio calzare con l'idea di bonifica che il colosso energetico (Eni) avrebbe per Crotone. Non c'è dubbio che la nomina a commissario del generale Emilio Arrigo, da parte dell'attuale governo, abbia rimesso in moto il dibattito sulla necessità di riprendere il bandolo della matassa.
Le procedure erano fermi da anni, attardate soprattutto da una diversa visione della risoluzione del problema: i calabresi chiedevano il trasporto fuori regione dei rifiuti recuperati con gli interventi e l'Eni si opponeva argomentando che non esistono discariche in Italia e in Europa per accogliere la tipologia dei rifiuti nella quantità presente a Crotone e che, quindi, dovevano essere smaltiti in città. Le diverse visioni avevano prodotto un blocco anche nel confronto tra le parti.
La nomina di Errigo ha rimesso in moto il dibattito, grazie anche al suo modo di fare e alle argomentazioni poste nel dibattito. Ha minacciato che se non parte la bonifica chiederà di potere utilizzare i militari per sbloccare la situazione.
Qualche risultato, quindi, si è ottenuto, solo che sembra che si vada in direzione del progetto sostenuto da anni dall'Eni. Smaltire i rifiuti in una discarica di Crotone, che è stata individuata nell'impianto che opera a Columbra, nella sezione destinata ad accogliere i rifiuti tossici e pericolosi.
I rifiuti restano a Crotone, ma prima occorre modificare il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale). L'attuale Paur prevede di smaltire tutti i rifiuti di Crotone in impianti dislocati fuori dal territorio calabrese. Quando è stato approvato il Paur (giunta regionale guidata da Mario Oliverio) si è seguito la logica di preservare i cittadini di Crotone e della Calabria in quanto avevano già pagato un prezzo elevato per l'inquinamento (vedi i dati, anche se parziali sull'incidenza del cancro).
L'Eni non ha mai fatto salti di gioia per questa scelta e non lo ha nascosto, pur avendo subito la scelta del Paur. A distanza di anni di fermo il ragionamento riprende e si nota un grande attivismo che, al momento, è circoscritto alla fase dialettica (gli annunci e i proclami).
Di concreto ancora c'è poco. Prima che si decida è meglio valutare bene le questioni in quanto gli argomenti del confronto dialettico attualmente in corso provocano qualche preoccupazione in chi da sempre ha studiato il problema immaginando la migliore soluzione.
L'Eni, con lo smaltimento a Columbra, risparmia una barca di soldi perché non è costretta a trasportare un'enorme quantità di rifiuti fuori regione e magari fuori dall'Italia. Preoccupa il fatto che in cambio del sacrificio, la “martoriata” città di Crotone non ottiene nulla.
Non sto parlando di soldi da “investire” in fioriere o progetti che non rilancio il ruolo della città. In cambio dovrebbe avere un investimento per creare lavoro per i giovani. Magari un'azienda di ricerca che fa fare un passo avanti alla città e crea i presupposti per il suo rilancio.
Mi dicono, invece, che qualcuno stia proponendo la realizzazione di un grande parco per produrre energia elettrica con i pannelli solari. Credo che questa proposta, se dovesse essere avanzata, sarà subito condivisa dall'Eni, così magari oltre a risparmiare ci guadagna producendo energia elettrica.
Sembra proprio che si voglia «attaccare l'asino dove vuole il padrone». Speriamo che Errigo, oltre a dialogare legittimamente con gli enti, si pone in ascolto per sentire cosa pensano i cittadini e cosa sperano di ottenere dopo avere subito un lunghissimo saccheggio. Non si propone di acchiappare la luna al laccio, ma di convincere l'Eni a fare quello che ha realizzato in altri siti.