Calamai "impallinata" da Fdi: si chiude per lei la pista lombarda
Anticipata a ieri la riunione della giunta regionale lombarda per risolvere la questione dei manager sanitari: la commissaria dell'Asp di Crotone resterà dove si trova

CROTONE Non ci saranno incarichi nelle aziende sanitarie della Lombardia per la commissario dell’Asp di Crotone, Monica Calamai. La sua nomina, caldeggiata dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, è stata osteggiata dai consiglieri regionali lombardi di Fratelli d’Italia. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Il Giorno.
La “Lady di ferro”, quindi, dovrà accontentarsi di continuare a gestire la sgarrupata sanità crotonese. Secondo quanto riporta il Giorno è stato anticipata a ieri la riunione della giunta regionale lombarda per risolvere la questione dei manager sanitari, che era stata annunciata per il prossimo 4 agosto.
Si sarebbero tenute addirittura due riunioni di Giunta in un solo giorno. Alla fine il “Valzer delle nomine” si è concluso positivamente, ma per la proposta di Bertolaso, di portare in Lombardia la manager attualmente alla guida dell’Asp di Crotone, non c’è stato niente da fare.

Non rappresenta, comunque, una novità l’avversione di Fratelli d’Italia per “Lady di ferro”: già al tempo in cui era stata nominata direttore generale del Careggi di Firenze, l’allora consigliere regionale di FdI Giovanni Donzelli, colonnello di Giorgia Maloni, aveva presentato più interrogazioni per chiedere la testa di Calamai.
La nomina a Firenze le era stata conferita dall’amministrazione regionale a guida Pd e Donzelli era il massimo rappresentante dell’opposizione. Qualche mal di pancia i rappresentanti di FdI calabresi l’avevano avuto anche quando il presidente Roberto Occhiuto ha nominato, a sorpresa, “Lady di ferro” alla guida dell’Asp di Crotone.
Mal di pancia che non hanno sortito polemiche pubbliche, ma nono sono stati nemmeno digeriti. “Lady di ferro”, quindi, resta a Crotone sino a quando la Regione Calabria, a questo punto il nuovo presidente che sarà eletto, non decideranno di procedere a cambiamenti nella gestione della sanità.