Dalla riconferma, al fine mandato: cos'è accaduto attorno a Emilio Errigo?
Il commissario straordinario di Governo per il Sin di Crotone aveva rilasciato un'intervista in cui affermava che, per legge, sarebbe stato prorogato fino al 2029

CROTONE Non sono chiare le ragioni dell’uscita di scena del commissario per la bonifica del Sito di interesse nazionale di Crotone, Emilio Errigo. Non sono chiare perché il 23 agosto scorso in una lunghissima intervista rilasciata a una emittente televisiva privata aveva detto che in base al Decreto legge 153 del 2024 il suo mandato era stato prorogato sino al 2029 e che, quindi, chi pensava di vederlo decadere era destinato a restare deluso.
Oggi il commissario, rimangiandosi le cose dette nel corso dell’intervista, ha diffuso una lunghissima nota per ringraziare tutti amici e nemici e annunciare che non è più commissario. Cosa è cambiato rispetto all’intervista con la quale annunciava di essere stato prorogato per altri quattro anni? Lo hanno cacciato? Non lo dice e si limita a ringraziare tutti, anche coloro che lo hanno avversato nei due anni di mandato.
Non c’erano dubbi sulla signorilità di Errigo, anche se da commissario ha continuato a sostenere posizioni che non hanno trovato la condivisione degli enti territoriali locali (Regione, Comune e Provincia), di associazioni di cittadini e di giornalisti. Lo scrivente non ha mai condiviso la posizione di Errigo sull’impostazione che ha voluto dare alle attività di bonifica a cominciare dalla forte convinzione che i veleni presenti a Crotone dovessero trovare spazio nella discarica di Columbra.
Non ho condiviso nemmeno la sua vicinanza alla visione che Eni rewind ha sulle attività da mettere in campo a Crotone. La sua storia, quindi, è durata solo due anni, quanto prevedeva il mandato conferitogli dal governo Meloni. Alla scadenza evidentemente non c’è stata proroga e non è stato applicato il contenuto del Decreto 153/2024. Quello che è successo lo sanno i ministri ed Errigo che potrebbe avere subito la scelta.
Analizzando i fatti viene fuori che negli ultimi mesi il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha bocciato una sua ordinanza con la quale veniva spianata la strada al conferimento dei veleni a Columbra. Sempre in questo ultimo periodo c’è stata un botta e risposta con Mario Oliverio, ex presidente della giunta regionale calabrese che ha contestato fortemente le scelte del commissario e tra queste quella di avere speso fondi consistenti per aprire due sedi (una a Crotone e l’altra a Roma).
Il commissario, quindi, ci lascia e ringrazia tutti. Dal canto nostro gli auguriamo buona vita e aspettiamo per capire chi lo sostituirà nell’incarico nella speranza che il sostituto non abbia l’obiettivo di cancellare il Paur, che ha impedito sino ad oggi la realizzazione del progetto di lasciare a Crotone i veleni.