L'arte bianca
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CROTONE La denuncia forte di Alessandra Pugliese, candidata non eletta del Partito democratico alle recenti elezioni regionali, mette a nudo la situazione in cui versa quello che una volta era il partito che rappresentava le speranze degli elettori di Crotone e della sua provincia.

Mentre gli altri tacciono, forse per vergogna per il risultato, Pugliese esce allo scoperto e chiede «una riflessione politica seria, onesta e coraggiosa», perché «il Pd locale è stato annientato». Non sono bugie quelle che scrive Pugliese perché il risultato elettorale conferma la sua denuncia.

Nella città di Crotone il Pd è al sesto posto per consensi con un modesto 8,12%. Prima del Pd ci sono Forza Italia con il 20,7%, Occhiuto presidente con il 18,6%, Noi moderati con il 13,87%, Movimento 5 stelle con il 12,01% e Tridico presidente con l’8,78%.

Peggio del Pd, tra i partiti forti, c’è solo Fratelli d’Italia con il 7,90%. Il Pd va meglio se si calcolano i voti dell’intera provincia, dove è la seconda forza l’11,57%, superata solo da FI con il 27,10% e seguita da Noi moderati con l’11,53%.

È ovvio che questo risultato catastrofico del Pd, come scrive la giovane Pugliese è da addebitare ad «anni di gestione chiusa, autoreferenziale e personalistica, più attenta a tutelare piccoli interessi e posizioni di potere che a costruire un progetto politico credibile, condiviso e radicato nel territorio».

Il Pd non ha progetti e gli elettori lo puniscono pur avendo una cultura tradizionalmente progressista. L’idea che viene fuori dalla denuncia di Pugliese è che oggi il Pd è un partito verticistico interessato solo alla gestione del potere e alla scelta dei candidati. Dopo una sconfitta così grave, infatti, non c’è stata nessuna autocritica e nessuno si è messo in discussione.

Gli organismi eletti dai congressi fanno finta di niente e restano al loro posto come se non sia successo nulla. D’altra parte l’esempio negativo arriva dal gruppo dirigente regionale che, a proposito di elezioni regionali, è la quarta cocente sconfitta che ha subito. Ognuno resta al suo posto perché tutto va bene madame la marchesa. Che importa se il partito si riduce ai minimi termini?

La cosa più importante è quella di potere ancora continuare a fare i parlamentari nazionali o i consiglieri regionali. A livello più periferico (Crotone) la cosa importante diventa la candidatura a sindaco, magari solo per potere svolgere il ruolo di consigliere comunale e di capogruppo.

Un modo di essere che non piace a Pugliese che, con la sua denuncia, chiede di porre fine ad «una linea che ha soffocato ogni forma di rinnovamento, bloccato la crescita di chi aveva idee e visione, e privilegiato soltanto le appartenenze e le convenienze». Pugliese chiede al gruppo dirigente titolare della sconfitta «dignità e coraggio».

«Questa campagna l'ho condotta da sola, con le mie forze, con la mia coerenza»
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