L'arte bianca
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CROTONE Tre Comuni del Crotonese, Scandale, Strongoli e Santa Severina, insieme a cinque dirigenti del Partito democratico provinciale nelle vesti di cittadini del territorio, hanno presentato ricorso al Tar per l'annullamento del decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) numero 27 del 1° agosto scorso.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Assieme ai Comuni, a presentare il ricorso sono l'ex sindaco, Peppino Vallone, l'ex sindaco ed ex presidente della Provincia, Carmine Talarico, la segretaria cittadina dem, Annagiulia Caiazza, il capogruppo in consiglio comunale, Andrea Devona, e il segretario provinciale dello stesso partito, Leo Barberio. Il ricorso è stato per tutti affidato all'avvocato Francesco Pitaro del Foro di Catanzaro.
La legittimazione ad agire nei confronti del decreto poggia sul fatto che «i Comuni ricorrenti, che sono confinanti con il Comune di Crotone, in quanto enti esponenziali e rappresentativi degli interessi delle loro comunità» e quindi hanno «piena legittimazione ad agire». E per lo stesso motivo, gli altri cinque ricorrono «al fine di difendere la propria salute e il territorio e l’ambiente della città in cui vivono e risiedono».

«Il decreto è contro legge, illegittimo, illegale, immotivato e ingiusto»

Secondo quanto appuntato nel ricorso, grazie all'ultimo decreto a firma del direttore generale, Luca Proietti, «in modo completamente “contra ius” e illegittimo e illegale e immotivato e ingiusto», si è deciso di «smaltire in una discarica di Crotone (Sovreco, ndr) i rifiuti speciali e industriali e pericolosi e cancerogeni» derivanti dalla operazioni di bonifica del Sin di Crotone, Cassano, Cerchiara di Calabria. Ma c'è di più.
I ricorrenti chiedono infatti «l’annullamento previa sospensione, anche inaudita altera parte», non solo del decreto, ma anche del «verbale della riunione della Conferenza di servizi decisoria tenutasi in data 26 giugno 2024; della nota 31 maggio 2024, protocollo numero 101007, con cui il ministero dell’Ambiente ha indetto, per il giorno 26 giugno 2024, la Conferenza di servizi decisoria; della nota 10 maggio 2024, protocollo numero 86329, con la quale il ministero dell’Ambiente ha chiesto a Eni Rewind Spa uno stralcio del “Pob Fase 2” già approvato e autorizzato, emendato da ogni riferimento a conferimenti fuori Regione, concernente la rimozione della discarica ex Pertusola e gli interventi di bonifica immediatamente eseguibili; della nota protocollo 172897 del 24 settembre 2024 a firma del direttore generale dell’economia circolare e le bonifiche presso il Mase, quale atto conseguente; e di ogni altro atto presupposto, pregresso connesso e/o consequenziale».

«Macchinazione organizzata ad arte dal tandem Ministero-Eni Rewind»

Nelle premesse del ricorso, il decreto che dà il via libera alconferimento dei rifiuti nella discarica di Sovreco a Crotone «è il frutto di una macchinazione organizzata ad arte dal tandem Ministero/Eni Rewind al fine di eludere un obbligo che risale all’anno 2019 (che prevedeva lo smaltimento fuori regione) e con cui di fatto si mortifica e avvilisce ancor di più il territorio di Crotone che è costretto a subire lo smaltimento di detriti industriali e pericolosi e speciali».
Gli obblighi erano cristallizzati nel decreto dirigenziale regionale numero 9537/2019, ovvero il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), confluito poi nel decreto ministeriale del 3 marzo 2020, attraverso cui si è deciso che i rifiuti industriali e pericolosi fossero smaltiti da Eni Rewind al di fuori del territorio della Regione Calabria.
I ricorrenti sottolineano anche che Eni Rewind ha proposto ricorso avverso all'obbligo dinanzi al Presidente della Repubblica e che il ricorso è stato dichiarato improcedibile. «Nonostante sia trascorso un lungo lasso di tempo, e cioè 5 anni dall’adozione degli atti», secondo quanto contenuto nell'istanza al Tar «Eni Rewind ha mantenuto una condotta manifestamente omissiva e inadempiente».
Le ragioni del comportamento ostativo all'attuazione della bonifica, sempre secondo i ricorrenti, risiederebbero nell'onere economico di trasferire altrove i rifiuti, sicuramente ritenuto maggiore rispetto all'ipotesi di conferirli in loco.

«Ignorati i pareri di Ispra e Arpacal, ma anche di Comune, Provincia e Regione»

Vengono inoltre richiamati i pareri di Ispra e di Arpacal riguardo quest'ultima ipotesi (cioè il conferimento a Crotone) e la loro risposta negativa espressa nella Conferenza dei servizi del 26 giugno scorso, circa la capacità residuale disponibile nella discarica di Sovreco, ma anche perché non autorizzata ad accogliere materiali contenenti radionuclidi, ossia ternom.
Un “no” che era stato ribadito nella stessa Conferenza dei servizi da Comune, Provincia e Regione. I ricorrenti segnalano però che il decreto numero 27 del 1° agosto scorso all’articolo 1 comma 2 ha disposto che «la Regione Calabria deve avviare il procedimento di modifica della predetta prescrizione (Paur, ndr) entro 30 giorni dalla notifica del decreto»; così come sempre all’articolo 1 ma al comma 3 intima che, Eni Rewind Spa, «entro il termine di 30 giorni dal ricevimento del decreto, deve procedere a un nuovo scouting (ricerca, ndr), da svolgere all’estero, per l’individuazione di siti di destino dei rifiuti prodotti dalle attività di bonifica del Progetto stralcio autorizzato»; e infine all’articolo 4 è stato inoltre ordinato che «i lavori previsti nel Progetto di cui all’articolo 1 devono iniziare entro il mese di ottobre 2024».

«Grazie a solleciti e diffide, Eni Rewind ha raggiunto l'obiettivo: lasciare i rifiuti a Crotone»

Viene inoltre appuntato nel ricorso come lo scorso 6 settembre Eni Rewind ha diffidato la Regione Calabria ad avviare, in esecuzione del decreto, il procedimento di modifica del Paur e che, di contro, il Ministero ha diffidato Eni Rewind lo scorso 24 settembre a dare immediato avvio alle operazioni di bonifica.
«In buona sostanza, ad oggi – sostiene il ricorso -, per effetto dell’illegittimo e immotivato decreto ministeriale impugnato, è imminente l’avvio delle operazioni di bonifica (entro il mese di ottobre 2024) e, pertanto, Eni Rewind, che ha raggiunto, con scaltrezza e sagacia tattico/politica, il proprio obiettivo di mantenere nella città di Crotone i detriti industriali e pericolosi, provvederà a scaricare i detti rifiuti industriali nella discarica Sovreco di Crotone».
Gli atti impugnati, secondo quanto rilevato dall'avvocato Pitaro, devono essere annullati per una serie di motivi che richiamano al diritto: «violazione dell’art. 14 ter l. 241/90; violazione del d.lgs. N. 152/2006; difetto di motivazione; eccesso di potere per difetto di istruttoria; incompetenza; eccesso di potere per contraddittorietà; violazione degli artt 32 e 9 della Costituzione; violazione dei pareri Ispra e Arpacal; violazione di giudicato; violazione del principio dell’affidamento; illogicità’ e ingiustizia manifesta».