L'arte bianca
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CROTONE Anche se sono state formalizzate, non sono ancora operative le dimissioni presentate questa mattina dal sindaco di Crotone, Vicenzo Voce, perché l'articolo 53 del decreto legislativo 18 agosto 2000, numero 267 (Tuel), al 3 comma, dispone che diventano «efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione». 

Tra 20 giorni, quindi, si saprà se la decisione annunciata oggi da Voce sia definitiva o avrà altri risvolti. Voce potrebbe ripensarci, come la legge gli consente di fare. A leggere il testo inviato alla stampa dal sindaco dimissionario si direbbe che la sua decisione sia irrevocabile. Senza se e senza, ma d'altra parte il sindaco si assume la responsabilità dell’episodio che lo ha visto protagonista in negativo «ed esprime pubblicamente le sue più sincere scuse al consigliere Ioppoli e alla città». 

Evita di scrivere il nome del consigliere comunale aggredito e malmenato. Lo indica solo usando il cognome (Ioppoli). Quasi a voler mantenere con lui le distanze. Leggendo il testo si capisce che si assume le responsabilità per i due pugni e il calcio dati a Ernesto Ioppoli, ma con lui non intende riprendere un rapporto di amicizia. Il messaggio di commiato con la città, che lo ha eletto sindaco cinque anni fa, è breve, ma chiaro nelle intenzioni. 

A meno che non finga, cosa che in politica non si può escludere, Voce non dovrebbe seguire l’esempio dei suoi predecessori. Tutti i sindaci eletti direttamente dal popolo, da Pasquale Senatore in poi, hanno rassegnato le dimissioni e, poi, le hanno ritirate prima che diventassero definitive. C’è, però, una differenza sostanziale nelle motivazioni delle dimissioni presentate dai predecessori di Voce. Quelle dimissioni erano tutte legate a questioni politiche. Contrasti riconducibili ad una diversa visione amministrativa. In alcuni casi le dimissioni sono anche servite a fare rientrare polemiche all’interno della maggioranza. 

Le dimissioni del sindaco che diventano definitive portano allo scioglimento anticipato del consiglio comunale e alla fine dell’amministrazione comunale e, quindi, le dimissioni ritirabili sono servite a fare il miracolo. Se le motivazioni non consentono il ritiro, come potrebbe accadere nel caso attuale, tra 20 giorni il consiglio comunale viene sciolto e si procederà alla nomina di un commissario prefettizio che amministrerà Crotone sino alle elezioni già previste per la prossima primavera. 

L’amministrazione passa nelle mani del pool di commissari indicati dal prefetto e la parte politica potrà solo prepararsi a scegliere i candidati a sindaco e le liste dei candidati al consiglio comunale. La parola passa ai partiti e movimenti che preparano la battaglia per eleggere un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale. 

Se, invece, il sindaco dovesse ripensarci resta in carica tutto l’apparato sino alle elezioni che si terranno sempre la prossima primavera. Che farà Voce in caso di scioglimento anticipato? Si ricandida o ritorna ad insegnare? A questa domanda non è facile rispondere oggi. Le sue intenzioni si capiranno i prossimi giorni.


 

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