L'arte bianca
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CROTONE Ecco le carte. Non si ferma al botta e risposta la polemica tra Mario Oliverio, già presidente della giunta regionale calabrese e il generale Emilio Errigo, commissario straordinario per la bonifica di Crotone su alcune spese realizzate, utilizzando i fondi assegnati nel 2012 dal Tribunale di Milano, alla città di Crotone quale risarcimento per i gravi danni ambientali subiti a causa dell’inquinamento dovuto alle attività industriali dismesse.

I fondi ammontano a 65 milioni di euro e sono amministrati dal commissario Errigo su nomina dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. In una recente audizione presso la commissione bicamerale ecomafie, Oliverio ha criticato alcune scelte fatte da Errigo. In particolare la decisione di aprire un suo ufficio a Roma che sarebbe costato circa due milioni di euro. Ovviamente questa somma è stata detratta dai 65 milioni di euro che appartengono alla città di Crotone. Ovviamente si tratta di spese effettuate nel rispetto della norma, ma non dell'opportunità.

Oliverio, tra l’altro, ha polemizzato anche sulle dichiarazione che il commissario fa a proposito dei rifiuti tossici e pericolosi che arrivano nella discarica di Columbra da ogni parte di Italia. Più volte il commissario ha detto di non capire perché si è contro lo smaltimento delle scorie di Crotone e si consente di fare arrivare veleni similari dal resto del Paese. Nella sua audizione Oliverio ha smentito che a Columbra possano arrivare i rifiuti con lo stesso codice delle scorie presenti nella discarica fronte mare.

Se così fosse, secondo Oliverio, saremmo davanti ad un abuso illegale e per questo ha invitato Errigo a denunciare il fatto alla Procura. A questi rilievi Errigo ha replicato accusando Oliverio di avere realizzato “una narrazione parziale e fuorviante basata su riferimenti giuridici, tecnici e amministrativi incompleti o scorretti”. Senza mezzi termini il commissario ha sostenuto che i veleni della discarica a mare possono essere smaltiti a Columbra. 

Entrando nel merito della spesa per la sede romana, Errigo ha detto: “Posso affermare che gli unici oneri sostenuti per il funzionamento della struttura commissariale riguardano spese ordinarie, molto contenute, e riferite esclusivamente a sedi istituzionali. Nello specifico, la sede legale a Roma, è ospitata presso lo stabile di Sogesid Spa, mentre la sede operativa in Calabria è ubicata presso il palazzo della Provincia a Crotone. È dunque del tutto infondato, oltre che grave, sostenere che il commissario spenda “milioni di euro” in sedi romane non meglio precisate”.

La controreplica di Oliverio arriva subito ed è corroborata anche da alcuni documenti. Si tratta di “alcuni atti assunti dal commissario dai quali si può evincere che circa due milioni di euro, per la precisione 1.928.514,15 costituiscono il costo di una convenzione con Sogesid per istituire una "Sede con una struttura di supporto tecnico amministrativo a Roma". Questa di Roma non sarebbe l’unica spesa per le sedi. “In audizione - sottolinea Oliverio - ho evitato di aggiungere il costo degli uffici di Crotone, per l'ammontare di 1.407.647,09 in quanto ritengo che a Crotone, sede del Sin, il commissario sia giustamente dotato di una struttura operativa. Non ho neanche richiamato altri atti commissariali come ad esempio l'incarico ad un giornalista a Roma per l'importo di 130.000 euro”.

Secondo Oliverio “sarebbe stato ragionevole e opportuno utilizzare tali risorse per potenziare le attività di vigilanza e di monitoraggio sulle operazioni di bonifica da parte di Arpacal e Spisal, enti ridotti ad una condizione di preoccupante sotto-organico”. Per quanto riguarda invece il conferimento dei veleni di Crotone a Columbra, Oliverio evidenzia che “Errigo continua a ripetere che “rifiuti speciali pericolosi provenienti da tutta Italia” verrebbero conferiti nella discarica "Columbra" di Crotone. E aggiunge che è "illogico e incomprensibile che rifiuti dello stesso tipo arrivino da altre regioni italiane per essere smaltiti in Calabria mentre quelli provenienti dal Sin di Crotone devono essere trasferiti fuori regione o all'estero".

“Queste affermazioni generiche e fuorvianti - scrive Oliverio - potrebbero essere tollerabili in bocca a buontemponi al bar, ma risultano inappropriate se dette da un commissario con un compito tecnico, specifico e in rappresentanza dello Stato. Per essere chiaro riformulo la domanda posta nel corso dell’audizione alla Bicamerale: è a conoscenza il generale Errigo che nell'impianto di "Columbra" vengano conferiti rifiuti tenorm e norm con tracce di radioattività ed amianto, la cui pericolosità è definita dal d.lgs 152/2006 e non esenti da quanto previsto dal d.lgs. 101/2020? A questa precisa domanda il commissario deve una risposta, evitando di sollevare confusione facendo nelle sue sortite, riferimenti generici a rifiuti pericolosi”.

“L'impianto di Columbra - scrive ancora Oliverio - non è autorizzato a ricevere rifiuti speciali pericolosi della tipologia prima richiamata, che non a caso e non per capriccio, il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) prescrive di conferire in impianti autorizzati che in Calabria non sono presenti”.

C’è un altro problema che Oliverio non ha posto e riguarda la disponibilità di spazi nella discarica di Columbra. Se si dovesse decidere, mettendosi la benda sugli occhi, di conferire a Columbra tutti i veleni della discarica a mare, lo spazio rimasto non sarebbe sufficiente. Vuol dire che, con molta probabilità, occorrerebbe un ampliamento dell’impianto che sicuramente sarebbe di gran lunga superiore ai veleni presenti nella discarica a mare.

La proprietà ha già presentato un progetto di ampliamento per due milioni di tonnellate. I nuovi eventuali spazi disponibili potrebbero essere riempiti con veleni provenienti dal resto dell’Italia. Come si dice da noi i crotonesi sarebbero “cornuti e mazziati”. C’è da rilevare, purtroppo, che Oliverio è l’unico a fare una battaglia seria sulla vicenda della bonifica. Dove sono finiti i partiti? Al momento sono impegnati a fare chiacchiere da bar.


 

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