Tex verso un nuovo corso: sempre più vicino il passaggio di testimone da Mauro Boselli a Giusfredi e Barbieri
Si prepara una svolta nella storica testata Bonelli: dopo oltre un decennio sotto la guida di Boselli, il futuro del ranger sembra nelle mani di due autori che promettono continuità e rinnovamento, tra tradizione, etica e spirito d’avventura.
C’è sempre un’ombra lunga e dorata, quando il sole tramonta sulle grandi pianure del West. E questa immagine, oggi, accompagna il passaggio di consegne alla guida di Tex, il più longevo, popolare e amato eroe del fumetto italiano. Nel corso del panel dedicato al personaggio durante Lucca Comics & Games 2025, Sergio Bonelli Editore è stato lasciato intendere che prossimamente i nuovi curatori editoriali della testata principale saranno: Giorgio Giusfredi e Luca Barbieri, i quali potrebbero subentrare prossimamente a Mauro Boselli, curatore dal 2012 al 2025. Un evento che non segnerebbe una cesura, ma piuttosto la continuità di una tradizione editoriale e morale che affonda le sue radici nella storia stessa della Bonelli: un cambio di cavalli, non di direzione.
Genovese, classe 1976, Luca Barbieri è uno di quei professionisti che incarnano la solidità e la cultura del racconto popolare italiano. Dopo una laurea in giurisprudenza e una lunga carriera in banca, ha scelto di lasciare il certo per l’incerto, seguendo il richiamo dell’avventura editoriale. In Bonelli si è distinto prima come redattore, poi come sceneggiatore e curatore. Su Dragonero ha affinato la sua capacità di costruire mondi coerenti e credibili; su Tex, Martin Mystère e Zagor ha mostrato un raro equilibrio tra ricerca filologica e tensione narrativa. Autore di saggi e volumi storici come Storia del West. La realtà e la leggenda nel capolavoro a fumetti di Gino D’Antonio, Barbieri porta con sé una visione editoriale ampia, metodica, rispettosa della tradizione ma aperta alle nuove forme del racconto visivo. Il suo approccio, preciso e meditato, prometterebbe un Tex attento alla coerenza storica e al respiro epico dell’avventura, dove il mito resta saldo, ma la narrazione si rinnova.
Giorgio Giusfredi, lucchese, classe 1984, è arrivato alla Sergio Bonelli Editore grazie all’incontro fortuito e decisivo con Graziano Frediani, vicino di casa e redattore storico, che ne ha riconosciuto la passione e il talento. Da quell’incontro nasce un apprendistato che sa di destino e di frontiera: il giovane autore che impara il mestiere osservando, scrivendo, leggendo, finché nel 2014 non esordisce su Zagor, e da lì inizia la sua cavalcata tra le testate di Dampyr e Tex. Fin dagli esordi, Giusfredi ha mostrato una voce personale, fatta di ritmo, pathos e sincerità narrativa. Nelle sue storie, come nell'albo “Il mio amico Hutch”, ritorna la forza primitiva del West: un’avventura on the road senza fronzoli, dove l’amicizia non è sentimentalismo ma valore assoluto, e l’eroismo nasce dal sacrificio. In “Fratello di sangue” la sua scrittura esalta i topoi del genere — onore, giustizia, amicizia — rinnovandoli con una modernità che non tradisce la classicità. Giusfredi è, prima di tutto, un narratore morale. Il suo West non è soltanto polvere e pistole, ma una frontiera dell’anima, un luogo dove ogni decisione pesa e ogni scelta rivela qualcosa dell’uomo. E' uno story teller che affonda le sue radici nell'antica affabulazione e racconta di noi, del nostro bisogno di giustizia, del dubbio e della lealtà. Nel Tex – Monterrey, Giusfredi sa dare al racconto un senso cavalleresco e profondo, un’energia che nasce dal rispetto per la vita e dall'esaltazione di principi morali semplici, veri e irrinunciabili. La sua probabile nomina a curatore editoriale di Tex è dunque più che meritata: sarebbe la naturale conclusione di un percorso che lo ha visto crescere accanto a Mauro Boselli, di cui ha interiorizzato l’insegnamento, sviluppando una vis creativa autonoma, fresca e vitale.

Con lui, il ranger continuerebbe a cavalcare nelle praterie del mito, ma con lo sguardo rivolto all’uomo di oggi.
Impossibile non rendere omaggio a Mauro Boselli, che per tredici anni ha custodito l’essenza di Tex con intelligenza e rispetto. Sotto la sua guida, il ranger ha ritrovato profondità psicologica, tensione morale e dimensione epica. Boselli ha avuto il merito di tenere in equilibrio mito e umanità, azione e introspezione, aggiornando Tex senza snaturarlo. Il fatto che prosegua il suo lavoro su Tex Willer — la testata dedicata alla giovinezza del personaggio — è tutt’altro che secondario: è un modo per restare custode delle origini, guardiano del fuoco sacro del mito.
Con Giusfredi e Barbieri si aprirebbe una nuova stagione. Il primo con la passione e l’energia del narratore che crede nell’uomo, il secondo con la visione ampia del profondo conoscitore degli archetipi “texiani”. Insieme, darebbero continuità a un’eredità imponente e, allo stesso tempo, tracciare nuovi sentieri. Non sarebbe una rivoluzione, ma un’evoluzione naturale: quella che accade quando la tradizione trova eredi all’altezza. Perché nel mondo di Tex, come nella vita, il tempo passa ma l’orizzonte resta. E laggiù, fra la polvere e la luce, Aquila della notte continua a cavalcare.

