L'arte bianca
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CROTONE «La recente notifica di solleciti di pagamento da parte di Soget Spa, per conto di Congesi (Consorzio tra Comuni per la gestione del servizio idrico integrato nel Crotonese), nonostante l'emissione di specifici provvedimenti giudiziali di sospensione, solleva gravi interrogativi sulle prassi di recupero crediti e sulla tutela dei contribuenti». È quanto scrive in una nota l'avvocato Paola Bellomo dell'associazione “Avvocati dei consumatori”.

«Nello specifico, il Giudice di pace di Crotone - riferisce il legale -, ha disposto nel mese di gennaio 2025, ai sensi degli articoli 318 e 281 undecies Codice di procedura civile, la sospensione dei provvedimenti impugnati sino alla definizione del giudizio. Tale provvedimento è stato ritualmente notificato alle parti».

«Malgrado l'esistenza di tali statuizioni giudiziali - contesta l'avvocato -, è stato ricevuto un “Sollecito di pagamento” del 6 giugno scorso emesso dalla Soget Spa per conto del Consorzio gestione servizio idrico integrato nel Crotonese».

«La questione sbalordisce - contesta la legale - in quanto le suddette determinazioni giudiziali impongono a Congesi e Soget Spa l'immediata interruzione di qualsiasi iniziativa di recupero credito, inclusa quella inerente al sollecito menzionato, nonché ogni ulteriore azione esecutiva o paratie-esecutiva, in riferimento alle posizioni debitorie specificate nei rispettivi procedimenti».

«È opportuno evidenziare - sottolinea il legale - che, dopo aver scongiurato il rischio di fallimento, Congesi ha intrapreso un'intensa azione di recupero dei cosiddetti "crediti dormienti" attraverso l'emissione di cartelle esattoriali da parte di Soget Spa, nonostante la procedura possa apparire formalmente regolare in base alla Legge 160/2019 e alle delibere Arera, emerge una significativa criticità etica e legale in relazione al principio della prescrizione».

«L'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha chiaramente stabilito - contesta l'avvocato - che le fatture relative al servizio idrico si prescrivono dopo due anni. Ciononostante, è stato riscontrato che Congesi sta notificando cartelle di pagamento relative a fatture risalenti a periodi molto datati e, pertanto, potenzialmente già prescritte».

«Questa condotta, benché formalmente inquadrabile - spiega Bellomo -, costringe gli utenti, già gravati da oneri economici, ad intraprendere complesse e costose procedure di opposizione legale al fine di difendersi da pretese che, alla luce delle normative sulla prescrizione, potrebbero risultare illegittime».

«La "strategia aziendale" adottata da Congesi - attacca l'avvocato - in tale contesto è definita "piuttosto ambigua" e si ritiene che "non tenga in minima considerazione i diritti degli utenti", prevalendo una logica di mero recupero del credito sulla correttezza formale e sostanziale delle pretese».

«Qualsiasi prosecuzione delle attività di riscossione - avverte il lagale -, in dispregio delle statuizioni giudiziali di sospensione, sarà considerata condotta illegittima e pregiudizievole, con riserva di ogni azione risarcitoria per i danni patrimoniali e non patrimoniali eventualmente derivanti».

«Si sottolinea che tali pronunce - evidenzia Bellomo - ribadiscono il principio per cui l'intervento giudiziale sospensivo blocca le pretese creditorie fino alla decisione nel merito, garantendo ai cittadini la tutela processuale avverso atti illegittimi o infondati».

«La ferma posizione adottata dai Giudici di pace di Crotone - avvisa ancora Bellomo - costituisce un importante monito per tutti gli enti preposti al recupero crediti affinché operino nel pieno rispetto delle disposizioni normative e dei provvedimenti giurisdizionali».

 

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