L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE Potrebbe risultare l'ennesimo argomento “scomodo” che divide non solo la maggioranza, ma anche l'opposizione. A proporlo è ancora la consigliera comunale di “De Magistris presidente”, Dalila Venneri, che proprio in apertura di questa consigliatura prospettò l'adesione dell'assemblea al Ddl Zan (il disegno di legge contro l'omobitransfobia) che mandò giù la maggioranza nelle assise di piazza della Resistenza alla prima seduta utile.

Venneri propone adesso una mozione sul “fine vita” che potrebbe ricevere la stessa sorte (l'istanza venne bocciata) considerata la preponderante matrice cattolica presente in consiglio 

La seduta odierna, prevista in prima convocazione alle ore 15.30, tra l'altro, prevede 14 punti all'ordine del giorno di cui 13 tutti riguardanti mozioni e interpellanze che, almeno nelle premesse, potrebbero accendere “fuoco” nel dibattito interno all'emiciclo pitagorico.

La mozione di Venneri, dal suo, prevede di sottoporre all'attenzione della Regione Calabria, in quanto «organo legiferatore», l'avvio di un dibattito approfondito che conduca a «un processo legislativo per l’introduzione di una normativa sul fine vita che tuteli i diritti degli individui, rispettando le scelte personali, promuovendo l’accesso a cure palliative e introducendo una regolamentazione chiara per le pratiche di eutanasia e suicidio assistito». 

La legge regionale della Toscana fa da apripista

Il modello da seguire secondo la consigliera comunale è quello già adottato dalla Regione Toscana che, attraverso la legge regionale numero 65 del 28 luglio 2021, ha introdotto «disposizioni in merito all’assistenza nelle fasi finali della vita, garantendo l'accesso alle cure palliative e il supporto alla decisione informata del paziente riguardo al proprio fine vita».

L'idea di presentare la mozione parte dal fatto che, premette Venneri nel documento, «la dignità umana è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani» e dall'assunto che «l’evoluzione delle scienze mediche e la diffusione delle cure palliative hanno reso possibile una gestione più umana e rispettosa della sofferenza terminale».

Com'è noto, ricorda Venneri, «in Italia, la questione del fine vita è oggetto di dibattito pubblico e giuridico» e questo ha portato a non avere «una regolamentazione uniforme che tuteli pienamente i diritti degli individui in situazioni di malattia terminale o di sofferenza insopportabile».

Perché l'esigenza di una legge sul “fine vita”

Fatte queste premesse, secondo quanto contenuto nella mozione proposta da Venneri «le persone in condizioni di malattia terminale o di sofferenza fisica e psichica intollerabile devono essere messe nelle condizioni di decidere liberamente e autonomamente sul loro percorso di fine vita, garantendo il rispetto della loro dignità». 

In tal senso, Venneri chiede di concedere «la libertà di autodeterminazione, inclusa la possibilità di prendere decisioni sul proprio fine vita» che devono essere tutelate «nel rispetto di tutte le garanzie legali e in un contesto di sostegno psicologico e sociale». E lo spunto per sopperire a questo “vulnus legislativo”, sottolinea Venneri, potrebbe essere rappresentato dalla legge della Regione Toscana che, a suo dire, «rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei pazienti, offrendo un modello che potrebbe ispirare una futura normativa nazionale sul fine vita».

E così, nell'ottica di un dibattito costruttivo sul tema spinoso - che dovrà superare, prima, lo scoglio del consiglio comunale di Crotone e, quindi, riuscire ad approdare all'attenzione dell'assemblea di palazzo Campanella -, Venneri offre anche una serie di proposte da inserire nell'auspicato testo normativo: dall'accesso alle cure palliative al testamento biologico, dall'eutanasia e suicidio assistito alle garanzie legali. 

Le proposte da inserire nel dettato normativo

Accesso alle cure palliative: «Ogni cittadino - auspica la consigliera - deve avere il diritto di accedere a cure palliative di qualità, garantendo il sollievo dal dolore e la gestione della sofferenza fisica e psicologica in tutte le fasi della malattia terminale».

Diritto di esprimere la propria volontà (Testamento biologico): «Ogni individuo deve poter esprimere anticipatamente la propria volontà riguardo ai trattamenti medici a cui desidera essere sottoposto in caso di incapacità di decidere, attraverso la redazione di un testamento biologico legalmente riconosciuto».

Eutanasia e suicidio assistito: «L’eutanasia e il suicidio assistito devono essere regolamentati in modo chiaro e rigoroso, garantendo che siano accessibili solo in casi di sofferenza insopportabile e irreversibile, previa valutazione medica e supporto psicologico. È necessario che venga istituito un comitato etico indipendente che valuti ogni caso di richiesta di eutanasia o suicidio assistito, per garantire che la decisione sia presa in modo consapevole, libero e informato».

Garanzie legali e controllo: «È indispensabile prevedere un quadro giuridico che stabilisca le procedure per l’accesso alle opzioni di fine vita, con specifici controlli e garanzie per evitare abusi, malintesi e decisioni affrettate. Le persone coinvolte nelle decisioni riguardo al fine vita (medici, familiari, rappresentanti legali) devono essere formate e informate adeguatamente sui diritti e sulle opzioni a disposizione, e un consulente etico o psicologico dovrebbe essere parte del processo decisionale».

Tutela della dignità umana: «Ogni decisione riguardante il fine vita deve essere presa in un contesto di rispetto totale della dignità umana, con il massimo impegno per prevenire l’abbandono sociale, fisico e psicologico degli individui in difficoltà».

Da sinistra: Cavallo e Venneri

La levata di scudi della consigliera leghista

Il sasso nello stagno è lanciato, insomma, e c'è già chi in consiglio comunale mette le mani avanti. Come nel caso della leghista Marisa Luana Cavallo la quale, annunciando di non essere presente in aula questo pomeriggio, ritiene «doveroso ribadire la ferma contrarietà a ogni forma di legittimazione dell’idea che la morte possa rappresentare una risposta accettabile alla sofferenza».

Per Cavallo «non esiste alcun “diritto a morire”: lo Stato ha il dovere di garantire protezione, cura e dignità in ogni fase della vita. La vera priorità è potenziare i servizi sanitari, assicurare cure palliative e sostenere le famiglie. Approvare una simile mozione significherebbe arrendersi e tradire il compito più alto della politica: difendere la vita». «Come consigliera comunale della Lega - conclude Cavallo -, confermo il mio impegno per la tutela della vita, sempre e senza compromessi». 


 

 

Stalking dopo fine relazione: divieto d'avvicinamento per 50enne
Conti svuotati anche in banca: Crotonese ultimo per risparmio pro-capite