Vincolo storico sulla ''Masseria Suriano'', Sabap mette in mora Comune ed eredi
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio (Sabap) per le province di Catanzaro e Crotone ha notificato al Comune pitagorico il decreto numero 418 del 22 dicembre 2023 che sancisce la tutela diretta della “Masseria Suriano”, l’immobile dismesso in via Giacomo Manna, in quanto bene di interesse culturale.
Contestualmente, sempre la Sabap, diretta dall'architetto Stefania Argenti, ha anche messo in mora il Comune di Crotone e gli undici eredi del bene (e dell'annessa particella catastale denominata Orto Campitella) a «voler attuare ogni utile iniziativa per la conservazione del bene tutelato ivi compreso, nell’immediatezza, opere provvisionali atte ad evitare il pericolo di crolli (o ulteriori crolli per quella già crollata) entro e non oltre 15 giorni».
Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, aveva già provveduto a emettere un'ordinanza «contingibile e urgente» (la numero 513 del 13 dicembre 2023) per «la messa in sicurezza e il successivo obbligo di esecuzione lavori, atti a garantire la pubblica e privata incolumità, per il rudere pericolante sito in via dei Mille, piazzale mercato Giacomo Manna» entro sette giorni dalla notifica del provvedimento agli undici eredi. Intanto l'accesso all'orto Capitella era stato inibito quantomeno ai veicoli con la sistemazione di alcuni new jersey sull'ingresso all'area di via dei Mille.
La vera novità del decreto dalla Sabap, rappresentata attraverso l'apposizione del vincolo di interesse culturale, è che adesso è chiamato in causa anche il Comune di Crotone a intervenire, oltre agli eredi ovviamente, in quanto il bene è sottoposto a tutela.
La storia della Masseria Suriano
Nella relazione annessa alla dichiarazione di bene sottoposto a intere culturale, la soprintendete Stefania Argenti scrive al ministero della Cultura che «la masseria settecentesca nota come Suriano, insiste su un’area denominata Orto Campitella ubicata in pieno centro città, tra il mercato rionale, l’asilo comunale ed il Tribunale. Il toponimo Campitella - specifica la relazione - deriva dal cognome – Campitelli – Baroni di Melissa e feudatari di Apriglianello, che dopo la metà del Cinquecento risultano i primi proprietari del terreno, cui succederanno i Lucifero e quindi i Leone che vi costruirono una torre ed alcune case».
«Nei primi anni del Settecento - prosegue la relazione di Argenti - i Suriano trasformarono suddetta torre nella masseria facendo erigere anche magazzini ed altre fabbriche. Attorno vi erano giardini con alberi da frutto, vigne e terre coltivate. Nel catasto onciario del 1743, la possessione della Campitella era composta da “terre ortalizie alberata, vitata, giardino di fiore, casino di campagna ed altro” e sotto il casino si aprivano cinque magazzini per conservare il grano».
«All’inizio del Novecento - prosegue la ricostruzione sotica della soprintendente - lo Sculco vi segnala la presenza di sette fosse per la conservazione del grano, menzionandoli fra i pochi esempi di silos ipogei ancora in uso. Nel 1930 il fondo situato in via Cutro di tre ettari di estensione risulta di proprietà della “Meridionale Ammonia” (Montecatini) e infine acquistato da privati».
Dopo un'ulteriore descrizione dei caratteri architettonici e storico-culturali dell'immobile, Argenti spiega che è necessario apporre il vincolo perché la masseria «è una eccellente testimonianza di architettura residenziale, produttiva e rurale che merita la dichiarazione dell’interesse culturale in quanto presenta caratteristiche tipologiche tipiche della tradizione locale che ha una forte valenza storica e culturale, inoltre si mostra come un palinsesto di tecnologie costruttive, e sapiente uso di materiali locali che attestano una sapiente capacità delle maestranze artigiane locali».