Nessuna attenuante per Gun Ufuk, il presunto scafista turco condannato a 20 anni
«Le tardive scuse laconicamente espresse dall'imputato in sede di esame certo non possono ritenersi sufficiente manifestazione di autentico pentimento e resipiscenza». Lo scrive il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di reclusione del cittadino turco Gun Ufuk accusato di aver causato il naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023.
Il gup, nello spiegare i motivi della sua decisione e del calcolo della pena inflitta, afferma che non c'è stata la possibilità di concedere alcuna attenuante nonostante l'imputato fosse incensurato: «Il grado di disvalore espresso dalla condotta delittuosa dello stesso (anche con riguardo alla mancata richiesta di aiuto ed all'omessa prestazione di soccorso ai soggetti deboli presenti sull'imbarcazione, nei momenti antecedenti al naufragio, quando l'imbarcazione si è trovata intrappolata nella risacca e l'imputato ha ben pensato di allontanarsi con un salvagente), non consente di concedergli tale beneficio», scrive il giudice.
Nella motivazione è ribadito che è stata provata «al di là di ogni ragionevole dubbio, la responsabilità» di Ufuk per i relitti di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza di altro reato. In particolare il giudice scrive che «l'ipotesi accusatoria ha trovato ampio e pieno riscontro» nelle testimonianze dei migranti «dieci dei quali hanno unanimemente riconosciuto Gun Ufuk come lo scafista che, giunto a bordo del secondo caicco "Summer Love" ne aveva curato il trasbordo dei passeggeri dalla prima imbarcazione in avaria, per poi alternarsi alla conduzione del natante insieme con il defunto Gu'ler Bayram, occupandosi anche all'occorrenza di riparazioni ai motori della barca». Inoltre, secondo il gup i racconti dei migranti e dello stesso imputato in sede processuale presuppongono «l'inferenza circa l'inserimento di Gun Ufuk all'interno di una rete criminale internazionale dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina».
Le motivazioni esaminano anche le parole di Ufuk durante il processo ed in particolare la sua affermazione di aver partecipato al colpo di Stato in Turchia e di aver subito un processo nel 2019 e di essere stato incarcerato per otto mesi e poi sottoposto all'obbligo di presentazione alla pg per due anni. «Sul punto si rileva che tali circostanze, invero, non documentate neppure in ordine alla riferita cronologia degli eventi, certo non scriminano le accertate condotte delittuose emerse a carico di Gun Ufuk. Appare, altresì, significativo che soltanto in sede di esame dibattimentale, a distanza di circa nove mesi dal proprio arresto, l'imputato si sia improvvisamente sovvenuto di essere un perseguitato politico».