Allarme da Alecci: «Tis scuola ostaggio dell’immobilismo amministrativo»
Secondo il consigliere regionale del Partito democratico «La delicata questione dei tirocinanti di inclusione sociale in Calabria è ancora lontana da una soluzione definitiva»

CATANZARO «L’anno scolastico è iniziato, ma non per tutti: i tirocinanti della scuola ostaggio dell’immobilismo amministrativo seguito alle dimissioni di Occhiuto». È quanto scrive il consigliere regionale del Partito democratico, Ernesto Alecci, che sottolinea come non si sia «tenuto conto delle lecite aspettative di centinaia di padri e madri di famiglia, anche in età avanzata, che chiedono solo di poter contare su uno stipendio dignitoso impegnandosi e lavorando come hanno fatto finora».
«La delicata questione dei Tis, tirocinanti di inclusione sociale, in Calabria – commenta Alecci – è, purtroppo, ancora lontana da una soluzione definitiva ed efficace. Nonostante i proclami della ormai ex maggioranza di centrodestra, sono tanti i nodi da sciogliere e le questioni da affrontare, senza considerare i dubbi sul prosieguo delle stabilizzazioni previste dai vari enti».
Ma ci sono categorie ancora più penalizzate, come ad esempio le centinaia di tirocinanti della scuola pubblica, che dall’inizio dell’anno scolastico sono ricaduti in un limbo di confusione e incertezza, uno stato di inattività senza alcuna strada certa da seguire
«Con l’inizio del nuovo anno, infatti – entra nel merito Alecci –, questi tirocinanti non sono stati riconfermati nella loro attività presso gli istituti scolastici, ma è stato loro accennato per il futuro un percorso di autoformazione di cui però, allo stato attuale, non c’è certezza».
«La vera preoccupazione, peraltro totalmente comprensibile – riferisce Alecci –, di questi lavoratori nasce dal vuoto normativo e dall’incertezza in merito alle decisioni, che le dimissioni del presidente Occhiuto, e di conseguenza di tutta la Giunta regionale hanno provocato».
«In questo stato di cose, che perdura già da due mesi – ricorda Alecci – e si protrarrà ancora, tutte le questioni “in sospeso” anche le più urgenti sono state di fatto rimandate senza tenere assolutamente in considerazioni le lecite aspettative di centinaia di padri e madri di famiglia, anche in età avanzata, che chiedono solo di poter contare su uno stipendio dignitoso impegnandosi e lavorando come hanno fatto finora».
«Una situazione incresciosa in cui la parola “fine” – conclude Alecci – è, purtroppo, ancora molto lontana. Una problematica che dovrà essere una priorità assoluta per la nuova Giunta che scaturirà del voto del 5 e 6 ottobre».