Pesci alieni nello Ionio, Circolo Ibis organizza uscite per censire le specie
L'appello dell'associazione ambientalista alla cittadinanza e agli operatori del mare: «Aiutateci a censire, il vostro occhio è fondamentale»

CROTONE Il Circolo per l’Ambiente Ibis di Crotone lancia un appello alla cittadinanza: «Aiutateci a censire i pesci alieni! Il vostro occhio è fondamentale». Secondo il presidente Girolamo Parretta le specie aliene sono in espansione e «servono occhi in mare per difendere l’ambiente e la salute pubblica». Appello, questo, ripreso anche dal professor Francesco Tiralongo dell'Università di Catania che sottolinea come «studiare queste invasioni è essenziale per gestire il rischio e tutelare il nostro ecosistema».
I cambiamenti climatici e il Mediterraneo
Il Mar Mediterraneo, scrive il Circolo Ibis, sta cambiando a vista d’occhio, e questo modo di dire oggi è più che mai reale. Lo sperimentiamo anche a fior di pelle, tuffandoci in acque sempre più calde e sorprendendoci di quanto il calore si spinga in profondità. Ma non è solo una questione di temperatura: il Mediterraneo si sta tropicalizzando, e con esso anche la sua fauna.
A raccontarcelo sono gli scienziati che da anni documentano l’arrivo di specie aliene (Nis – Non indigenous species): pesci, invertebrati e vegetali provenienti da mari tropicali, giunti fino a noi attraverso il Canale di Suez, ampliato nel 2016. Secondo Ispra, sono almeno 837 le specie non indigene nel Mediterraneo (il 5% della biodiversità totale), e tra i pesci questa percentuale sale al 20%.
Tra i nuovi ospiti, ce n’è uno in particolare che sta conquistando le cronache e i fondali: il pesce scorpione (Pterois miles), noto per la sua bellezza e pericolosità. Appariscente con le sue pinne piumate, ma anche dotato di spine velenose, è ormai ufficialmente classificato come specie invasiva (Ias), per la sua rapida espansione e l'impatto su biodiversità, salute pubblica ed economia.
La campagna «Attenti a quei 4!»
Proprio per affrontare questa minaccia, è nata la campagna nazionale «Attenti a quei 4!», promossa da Ispra e Cnr-Irbim nell’ambito del progetto «AlienFish». Il progetto , oltre a occuparsi del monitoraggio delle specie aliene, si dedica anche allo studio delle specie ittiche rare, avvalendosi della cosiddetta citizen science, la scienza partecipata, ovvero il coinvolgimento diretto di pescatori, appassionati di mare, subacquei e fotografi naturalisti che, tramite segnalazioni e documentazione, contribuiscono attivamente alla ricerca scientifica.
«Si tratta di un progetto che, da quando è stato avviato localmente nella Sicilia sudorientale nel 2011, è cresciuto parecchio (soprattutto grazie al web), espandendosi in tutta Italia e portando a notevoli risultati scientifici», dichiara il professor Francesco Tiralongo, A gestirlo localmente sono soprattutto giovani ricercatori attivi in varie regioni italiane, mentre a livello più ampio si è costruita una rete di cooperazione con altri enti nazionali e internazionali impegnati nello studio delle specie aliene nei mari.

Come fare per segnalare gli avvistamenti
Il Circolo per l’Ambiente Ibis tra i primi ad aderire all’iniziativa, invita tutti (pescatori, subacquei, operatori del mare e semplici cittadini) a segnalare la presenza di quattro specie aliene potenzialmente pericolose:
Pesce scorpione (Pterois miles); Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus); Pesce coniglio scuro (Siganus luridus); e Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus).
Le segnalazioni – anche con semplici foto o video da smartphone – possono essere inviate tramite:
WhatsApp al numero +320 4365210. Il sito della campagna «Attenti a quei 4!», Facebook nei gruppi Oddfish e Fauna Marina Mediterranea usando l’hashtag #Attenti4 e Circolo Ibis segreteria 349.4674358
Parretta: «Il mare ha bisogno dei vostri occhi»
«La minaccia non è solo ecologica, ma coinvolge anche la salute pubblica – spiega il Girolamo Parretta, presidente del Circolo Ibis –. Alcune di queste specie possono essere velenose o tossiche, altre causano squilibri nell’ecosistema. Abbiamo bisogno della collaborazione attiva della cittadinanza: chi avvista o cattura uno di questi pesci, lo segnali. Anche uno scatto può diventare uno strumento di ricerca e prevenzione».
Il pesce scorpione nel Mediterraneo
Le prime segnalazioni risalgono agli anni ’90 in Israele. Dopo anni di apparente assenza, la specie è ricomparsa nel 2012 in Libano, per poi espandersi rapidamente in Turchia, Cipro, Grecia e infine in Italia. In soli dieci anni, le segnalazioni nel Mediterraneo sono passate da 230 a 1.840 casi (marzo 2025).
In Italia il primo avvistamento ufficiale è del 2016 a Vendicari (Sicilia), seguito da nuove segnalazioni nel basso Adriatico nel 2019-2020 (Puglia e Albania). Tra il 2023 e il 2025 sono stati documentati 16 esemplari nello Stretto di Messina e lungo le coste ioniche della Calabria e Puglia, confermando il Mar Ionio come area a maggiore rischio.
Anche la Croazia è oggi coinvolta: ben 122 esemplari sono stati avvistati tra giugno 2024 e gennaio 2025, specialmente tra le isole di Lastovo e Vis.
Tiralongo: «Predatori efficienti, ecosistemi fragili»
«Il pesce scorpione è un predatore opportunistico estremamente efficiente – afferma il professor Francesco Tiralongo, biologo marino e docente all’Università di Catania –. Si nutre di almeno 13 specie, spesso più velocemente di quanto le sue prede possano riprodursi. Inoltre ha pochissimi nemici naturali, come alcune cernie e polpi, e può vivere fino a 300 metri di profondità. Ha una spiccata capacità di adattamento, si riproduce due volte l’anno ed è in grado di sopravvivere anche in acque più fredde, come quelle dell’Adriatico. Studiare e monitorare questa specie è essenziale per mitigare i danni all’ecosistema e prevenire rischi per la salute umana».
Come contrastare la minaccia?
Oltre al monitoraggio scientifico, una delle strategie più efficaci può essere la pesca attiva, come già avviene in altre nazioni. A Cipro, per esempio, nel 2019-2020 sono stati catturati 300 pesci scorpione in tre giorni in un’area marina protetta, e oggi il 20% dei ristoranti locali lo serve come piatto tipico. La sua carne, simile a
quella degli scorfani, è ottima. Ma servono anche azioni locali e partecipazione collettiva.
Uscite in mare con il Circolo Ibis
Per contribuire attivamente alla ricerca, il Circolo Ibis organizzerà uscite in mare con la propria imbarcazione da ricerca scientifica «Lady Anna S» e attività di snorkeling alla ricerca dei pesci alieni in collaborazione con la Area Marina protetta di Capo Rizzuto, rivolte a tutti i cittadini.
Obiettivo: censire le specie aliene, primo tra tutti il pesce scorpione, fornendo ai partecipanti strumenti per riconoscerle e segnalarle.