Addetto stampa all'Asp di Crotone: valgono i curricula, nessun concorso
Nemmeno i clandestini che raccolgono arance nella piana di Rosarno percepiscono un compenso così basso. L'Azienda sanitaria provinciale di Crotone ha emesso un avviso pubblico per il conferimento di incarico annuale di collaborazione di addetto stampa ed ha stabilito che il compenso sarà di 12.000 euro lordi all'anno, che al netto dovrebbero aggirarsi intorno alle 700 euro al mese.
Un compenso mensile che fa pensare al reddito di cittadinanza, annullato dal Governo Meloni. Il “fortunato” in cambio del “lauto compenso” dovrebbe curare, “in via prioritaria, i collegamenti con gli organi di informazione, in stretta collaborazione con l'organo di vertice dell'Azienda”.
In sostanza dovrebbe occuparsi della “redazione di comunicati riguardanti sia l'attività dell'amministrazione e del suo vertice istituzionale sia quella dell'informazione, promuovere lancio dei servizi ed in particolare curare le sezioni notizie, comunicati e approfondimenti del sito internet aziendale”; “organizzare le conferenze, incontri ed eventi stampa”; “monitoraggio della rassegna stampa quotidiana o periodica”. Dovrebbe, inoltre, occuparsi del “monitoraggio di tutte le notizie riguardanti l'attività dell'Azienda sanitaria, del commissario ad acta per l'attivazione del piano di rientro, del Dipartimento salute e walfere e delle altre aziende del servizio sanitario nazionale; predisposizione di servizi redazionali; collaborazione alla definizione della Proposta di Piano di comunicazione aziendale”.
Il povero clandestino che raccoglie arance a Rosarno è, quindi, trattato meglio del giornalista a cui l'Asp di Crotone intenderebbe dare l'incarico di addetto stampa. E' trattato meglio perché gli unici requisiti che gli vengono chiesti sono quelli di lavorare duramente nella raccolta delle arance, mentre per potere fare l'addetto stampa all'Asp di Crotone sono richieste, tra le altre cose, “l'iscrizione negli elenchi dei giornalisti professionisti o pubblicisti” e il possesso della laurea.
E' un bando ridicolo ed offensivo a meno che non sia stato pensato come deterrente per eliminare concorrenti. Molto probabilmente non ci sono fini reconditi, ma come, in questo caso, il cattivo pensiero viene naturale. “A fare cattivi pensieri si fa peccato, ma il più delle volte si azzecca”, diceva nel secolo scorso Giulio Andreotti.
Qual è, nel caso specifico, il cattivo pensiero che viene alla mente? Questo bando potrebbe essere stato disegnato per un soggetto amico e dopo un anno di sacrificio, quando la concorrenza sarà stata azzerata e i riflettori spenti, potrà essere ripagato con un tozzo di pane.
Sicuramente non sono queste le motivazioni che hanno portato alla stesura del bando e all'indicazione del compenso ridicolo per il giornalista, ma qualcosa che non quadra potrebbe esserci.
Anche le modalità della scelta del “fortunato” non consentono il controllo delle procedure: l'incarico sarà fatto sulla base dei titoli presentati (“valutazione comparata dei curricula”) e solo se sarà necessario si procederà con un colloquio orale “motivazionale”. Cosa ne pensa l'Ordine dei giornalisti?