L'arte bianca
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CROTONE «Da mesi denunciamo una verità semplice e scomoda: nel Sin di Crotone non si stava scavando un terreno qualsiasi, ma ex discariche abusive, luoghi dove per decenni è stato interrato di tutto e di più, senza controllo, senza tracciabilità, senza rispetto per la salute pubblica». È quanto descrive in una nota Giuseppe Pirillo, presidente della neonata associazione civica crotonese “Cittadini Liberi”.

«Lo abbiamo detto prima – sottolinea la nota -, lo abbiamo scritto ovunque, lo abbiamo spiegato con pazienza. Con carotaggi 50×50 non si può mai avere la certezza di ciò che si trova sotto terra. In un territorio come Crotone, la certezza era una sola: scavando si sarebbero intercettati materiali pericolosi, compresi Tenorm e amianto. E infatti è successo».

«Nonostante questo – ricorda Pirillo -, si è deciso di scavare a cielo aperto, senza tensostrutture, senza confinamento, senza le minime precauzioni preventive. Una scelta che oggi appare per quello che è stata: una sottovalutazione grave del rischio».

Oggi leggiamo che i lavori sono fermi, perché nessun impianto è in grado di smaltire quei rifiuti, né in Italia né all'estero.

«È bene precisare – evidenzia Pirillo - che il presente comunicato si riferisce esclusivamente all'area ex Agricoltura e non all'area fronte mare. I lavori e le criticità emerse riguardano quella zona specifica del Sin di Crotone. Ma il punto più inquietante è un altro. Quelle polveri sono state mosse, liberate, respirate. Lo avevamo detto chiaramente. La tensostruttura non era una richiesta ideologica, ma una misura di sicurezza elementare per proteggere i lavoratori, evitare la dispersione delle polveri e tutelare la popolazione».

Oggi, però, il blocco dei lavori apre un interrogativo che non può essere ignorato. Se questi rifiuti non risultano smaltibili fuori dal territorio, quale soluzione si intende adottare?

«Questa domanda – commenta Pirillo - diventa ancora più legittima se si considera che, a pochi chilometri, esiste già un progetto avanzato per la realizzazione della discarica di Giammiglione, noto e discusso da tempo, che riguarda il territorio di Crotone. Per questo chiediamo chiarezza e trasparenza».

«Chiediamo che il blocco della bonifica – auspica l'associazione - non diventi il presupposto per nuove scelte che aggraverebbero ulteriormente il carico ambientale e sanitario su questo territorio. Per questo chiediamo con forza una cosa sola. La nomina di un nuovo commissario straordinario per il Sin di Crotone, con poteri reali, competenza tecnica, indipendenza dai condizionamenti politici ed economici locali e un rapporto di confronto costante, trasparente e collaborativo con cittadini, associazioni e comitati, con un mandato esclusivo di tutela della salute pubblica».

«Nel frattempo – propone Pirillo a nome dell'associazione -, riteniamo non più rinviabile un'altra azione fondamentale. Chiediamo l'immediata messa in sicurezza delle aree già scavate, attraverso le tecniche previste di ritombamento mediante inerti, argille e cemento, al fine di evitare ulteriori dispersioni di polveri e ridurre ogni rischio per la salute pubblica e per l'ambiente».

«Non è più accettabile – conclude Pirillo - improvvisare su un territorio già martoriato o trasformare una bonifica in un nuovo rischio sanitario. Crotone ha già pagato abbastanza. Ora servono scelte serie, responsabilità chiare e una guida autorevole che metta la salute prima di tutto. Non lo diciamo oggi per la prima volta. Lo diciamo da mesi. E purtroppo, i fatti ci stanno dando ragione».


 


 


 

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