Piscina Coni, Fdi: «Disastro economico e politico annunciato»
È l'attacco del componete dell'esecutivo Stelvio Marini che avverte: «Se l’opera non andrà a buon fine, il Comune sarà chiamato a restituire milioni di euro allo Stato»

CROTONE «Piscina sul lungomare di Crotone, il simbolo di un disastro politico e amministrativo». È quanto commenta Stelvio Marini in qualità di componente dell'esecutivo provinciale di Fratelli d’Italia a Crotone.

«Circa un anno fa l’avvio dei lavori - ricorda Marini -, dodici mesi previsti per completare l’opera, sei mesi di cantiere fermo. Una falda acquifera completamente ignorata. Una perizia di variante più che onerosa, e ancora, interventi straordinari, polemiche urbanistiche, ricorsi al Tar. E soprattutto un rischio gravissimo: se l’opera non andrà a buon fine, il Comune sarà chiamato a restituire milioni di euro allo Stato».

«La piscina sul lungomare - rincara Marini - è ormai il simbolo del pressappochismo progettuale e politico. Errori gravissimi, a partire dalla sottovalutazione della falda acquifera, passando per varianti su varianti e continue modifiche al perimetro del cantiere, hanno prodotto una gestione urbanistica confusa e mal concepita, con il concreto pericolo di trasformare l’opera in una cattedrale nel deserto».

Stelvio Marini definisce il progetto «un disastro economico e politico annunciato» perché «le opere pubbliche vanno progettate con serietà, eseguite con trasparenza e gestite con competenza». «È tempo che una certa politica - sollecita Marini -, compresa quella praticata dall’attuale Amministrazione comunale di Crotone, smetta di amplificare proclami e di mostrare rendering in una narrazione visiva accattivante, nel tentativo di creare aspettative e consenso, e si assuma invece la responsabilità di controllare, vigilare e pretendere risultati».

Per questo motivo, a nome di Fratelli d'Italia, Marini chiede «chiarezza immediata» in modo che «chi ha sbagliato paghi». «Di fronte a un cantiere fantasma - stigmatizza - e a un evidente spreco di denaro pubblico, è chiaro che siamo davanti a errori, superficialità e incapacità. Un progetto gestito con leggerezza. Un’opera che, da opportunità di riqualificazione, rischia di diventare un simbolo di carenza e lacunosità, costosa e inutile».

«Non è più solo una questione di sport - conclude Marini - o di soldi pubblici. Un cantiere abbandonato sul lungomare è un’offesa al decoro urbano, all’economia turistica e alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni».