Piano strategico, cinque "punti oscuri" scecondo l'Ordine degli architetti
Apportate modifiche alle volumetrie dell’edificabilità: dai terreni delle ex fabbriche di Eni, alle aree delle Ferrovie, ad altre proprietà agricole

CROTONE Il Piano strategico comunale approvato lo scorso mese di agosto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Voce, secondo l’Ordine degli architetti della provincia di Crotone, presenta almeno cinque punti oscuri che andrebbero chiariti.
Questo è quanto si evince nella lettera delle osservazioni che l’Ordine degli architetti di Crotone ha trasmesso all’ente per le opportune valutazioni. La prima questione che meriterebbe un chiarimento è il cambio del progetto preliminare. Il progetto definitivo approvato non è conforme a quello predisposto nel preliminare redatto dall’architetto Danilo Dinale. In buona sostanza, nel Piano definitivo sono state apportate modifiche alle volumetrie dell’edificabilità (ambiti di trasformazione funzionale in territorio urbanizzato).
Sono stati inseriti tra le aree edificabili terreni ricadenti nel sito delle ex fabbriche interessate al progetto di bonifica previsto per il Sito di interesse nazionale. Secondo quanto sostiene l’Ordine degli architetti, quindi, all’Eni, che è proprietaria dei terreni delle ex fabbriche, sarebbe riconosciuto un diritto di edificabilità 0,30 per metro quadrato. Tradotto in metri cubi sarebbero 270.000 di volumetria.
La domanda che, a questo punto, viene spontanea è: “Non si era sempre detto che i terreni inquinati, per la loro situazione oggettiva, non potevano essere oggetto di speculazioni edilizie?”. Cosa è cambiato per avere tutta questa benevolenza nei confronti dell’Eni (unica proprietaria di quei terreni) che continua a sostenere che i veleni di Crotone debbano essere smaltiti a livello locale, disattendendo il contenuto del Paur che prevede il trasporto e lo smaltimento fuori dalla Calabria?
Sarebbe opportuno che, a questo punto, il sindaco chiarisse la scelta dell’amministrazione. La stessa scelta di edificabilità viene fatta sui terreni di proprietà delle Ferrovie. I terreni sono quelli della stazione di Crotone non impegnati con i binari. A questa area viene riconosciuta un inserimento di edificabilità di 0,80 metro quadrato/ per metro quadrato per un’altezza massima di 45 metri. A Ferrovie si riconosce il diritto di edificabilità di circa 50.000 metri quadrati.
Edificabilità riconosciuta in aree del porto e retroporto dove si prevede un’altezza edificabile di 19 metri. L’area interessata è quella che va da via Cristoforo Colombo allo svincolo dell’entrata nord di Crotone. Altra modifica riguarda le aree urbanizzate in territorio agricolo. Si tratta di territori agricoli dove già esistono zone edificate (zona compresa tra Gabella, Papanice e Apriglianello). A proposito delle aree urbanizzate in zone agricole “la relazione generale-illustrativa del Psc sostiene la necessità di verificare i nuovi ambiti per l’espansione edilizia”.
Chi dovrà effettuare la verifica? Cosa si intende fare? Una sanatoria mascherata? C’è da chiarire, infine, anche la partita dei piani di lottizzazioni già autorizzati, otto dei quali già discussi anche in consiglio comunale. Questa partita, che annovera complessivamente 18 lottizzazioni, verrebbe cancellata, compresi gli otto discussi in Consiglio e i dieci approvati e non convenzionati. Nella stesura del preliminare erano state individuate alcune tipologie di lottizzazioni: lottizzazione già convenzionata e approvata dagli organismi preposti; fattispecie di progetti che gli imprenditori privati hanno presentato al Comune e non hanno ottenuto nessuna risposta nemmeno negative.
Nel Psc preliminare le lottizzazioni sono previste per cui sono ipotizzabili diversi contenziosi giuridici da parte dei privati che potrebbero sentirsi danneggiati. Un’altra questione che andrebbe chiarita riguarda la legge che impone il consumo suolo zero. Significa che non possono essere aumentate le volumetrie da costruire per cui se si autorizza una nuova costruzione occorre tagliare l’equivalente edificabile previsto in qualche altra area. Sino ad oggi, secondo quanto sostiene l’Ordine degli architetti, non è stata prodotta nessuna tabella riepilogativa che possa chiarire le scelte che vengono proposte con i nuovi strumenti urbanistici.