Bonifica, Nesci: «Nessun blocco per i rifiuti all'estero del Sin di Crotone»
A seguito di una risposta a un'interrogazione parlamentare dell'eurodeputato di Fratelli d'Italia, la Commissione Ue chiarisce che il nuovo regolamento non pone ostacoli

BRUXELLES «In risposta alla mia interrogazione, la Commissione europea ha chiarito che il Regolamento (Ue) 2024/1157 non vieta le spedizioni transfrontaliere di rifiuti pericolosi, ma introduce condizioni più rigorose e trasparenti per garantirne una gestione sicura, sostenibile e conforme agli standard europei». È quanto chiarisce in una nota il parlamentare europeo di Fratelli d'Italia, Denis Nesci.
«La normativa prevede che tali spedizioni - spiega l'onorevole Nesci - siano ammesse solo quando sia dimostrato che i rifiuti non possano essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile o economicamente sostenibile nel Paese d'origine, oppure quando sussistano obblighi giuridici derivanti dal diritto dell'Unione o da convenzioni internazionali».
«Nel caso di Crotone - entra nel merito l'europarlamentare -, come risulta dalla documentazione delle Conferenze dei servizi, è emerso chiaramente che, al momento della ricognizione, non risultavano disponibili discariche idonee, né sotto il profilo tecnico, né sotto quello autorizzativo, a ricevere la tipologia di rifiuti pericolosi derivanti dagli scavi del Pob Fase 2».
«Alla luce di questo - spiega Nesci -, l'invio dei rifiuti verso impianti specializzati situati in alcuni Paesi del nord Europa rappresenta una soluzione pienamente conforme alla normativa europea. Si tratta di una scelta che consente di proseguire le attività di bonifica nel rispetto della legge, dell'ambiente e della salute pubblica, evitando la creazione di nuove discariche in Calabria e garantendo continuità alle operazioni».
«Desidero inoltre ricordare Stelvio Marini, dirigente provinciale di Fratelli d'Italia a Crotone – sottolinea Nesci -, per il suo costante impegno sulle questioni ambientali del territorio e per la collaborazione politica sempre leale e costruttiva, volta alla tutela del nostro ambiente e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini crotonesi».
«Sono convinto che il caso Crotone - conclude l'europarlamentare - possa e debba essere considerato un modello nazionale di gestione responsabile dei siti contaminati. Questo risultato dimostra che, con trasparenza, competenza e collaborazione tra istituzioni locali, nazionali ed europee, è possibile tutelare la salute dei cittadini, l'ambiente e le comunità, senza rinviare decisioni fondamentali per il futuro del nostro territorio».