Bonifica, tante parole... ma per gran parte dei veleni non c'è la destinazione
Dall'ennesima Conferenza dei servizi svolta al Mase non è emersa nessuna novità di rilievo e, a maggio 2026, entrerà in vigore il nuovo Regolamento Ue sui rifiuti

CROTONE «Parole, parole, soltanto parole…». Questo ritornello di una nota canzone di Mina ben si adatta al dibattito che si è sviluppato intorno alla vicenda della bonifica dell’area industriale di Crotone. Si fanno riunioni, Conferenze dei servizi e comunicati a raffica e non si indica la destinazione finale della parte più pericolosa dei veleni presenti nella discarica a mare.
Le attività di scavo sono iniziate, perché dopo anni e anni Eni Rewind ha ammesso che esistono in Europa le discariche con i codici Cer per accogliere la tipologia di scorie presenti a Crotone. Più che una ammissione, però, sembra la solita furbata messa in campo per raggirare Crotone. Eni Rewind, infatti, ha messo le mani avanti dicendo che dal 26 maggio del 2026 scatta la nuova normativa europea che impone di smaltire i veleni all’interno degli Stati che li hanno prodotti.
Vuol dire che, sino al mese di maggio dell'anno prossimo, porranno essere trasportati in Svezia e in Germania (la discarica tedesca è l’ultima trovata di ieri, ma per accogliere solo 10.000 tonnellate di veleni). Se l’Eni avesse veramente voluto risolvere il problema avrebbe dovuto avviare il trasporto all’estero dei veleni di Crotone all’indomani della Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2019. Invece ha fatto parole e ancora parole e siamo così arrivati al giro di boa del 2025 con il nuovo regolamento europeo.
L’idea è quella di lasciare i veleni a Crotone e smaltirli nella discarica di Columbra o meglio ancora in una discarica di scopo che Eni Rewind si costruirebbe volentieri. In questo modo sarebbero felici sia il ministero dell’Ambiente, il commissario Emilio Errigo e soprattutto Eni Rewind che risparmierebbe una montagna di euro. Più parole si fanno e più passa il tempo e cresce la possibilità di lasciare a Crotone gran parte dei veleni.
Ieri c’è stata l’ennesima rappresentazione della commedia, che alla fine rischia di trasformarsi in tragedia. Si è tenuta a Roma, in presenza (così sono stati spesi altri soldi pubblici) una Conferenza dei servizi. Forse la milionesima da quando è iniziata la rappresentazione di questa farsa. «Al tavolo hanno partecipato, in presenza, il sindaco Voce e il vicepresidente della Provincia, Fabio Manica».
Nel suo intervento, come si legge in una nota diffusa dal Comune, «il vicepresidente Manica ha evidenziato la rilevanza che ha avuto l’incontro di Crotone con particolare riferimento alla opportunità di prevedere, come era emerso nel corso dell’incontro dell’8 luglio scorso, un sito informativo di facile e puntuale consultazione da parte dei cittadini». L’incontro di Crotone è quello del tavolo tecnico che si è riunito, lo scorso 8 luglio, all’Istituto Pertini.
«Il sindaco Voce», invece, «ha confermato la necessità di continuare a procedere da parte di Eni con la massima trasparenza, attraverso comunicazioni ufficiali, nell’interesse della comunità che deve essere puntualmente informata sulle attività in corso».
Sempre Voce ha detto che «la tutela della salute dei cittadini per quanto mi riguarda è preminente ed allo stesso tempo è importante agire da parte di Eni con la massima trasparenza. Il tavolo tecnico di Crotone promosso dal ministero ha rappresentato sicuramente un evento positivo per la comunità cittadina al di là di qualche tentativo di strumentalizzazione. Bisogna proseguire nella direzione di apertura e di trasparenza». Belle parole, che restano parole se non si entra nel merito della destinazione finale di tutti i veleni.