Lavori alla condotta idrica, c'è la diffida da "Avvocati dei consumatori"
L'avvocato Paola Bellomo contesta la «colposa inerzia gestionale e Illegittima traslazione dei costi di inefficienza (perdite stimate nel 50%) sulla tariffa del cittadino»

CROTONE «Diffida ad adempiere e contestazione pubblica per la reiterata interruzione del
Servizio idrico integrato (8-11 ottobre 2025)», «colposa inerzia gestionale e Illegittima
traslazione dei costi di inefficienza (perdite stimate nel 50%) sulla tariffa del cittadino
consumatore». È quanto contesta l'avvocato Paola Bellomo referente di Avvocati dei consumatori
che ha così diffidato il sindaco del Comune di Crotone, Vincenzo Voce, e ha informato per conoscenza i presidenti di Arrical (Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria), Sorical Spa, Corap (Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive), il prefetto della Provincia di Crotone e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.
Scrive l'avvocato Bellomo che «non può esimersi dal sollevare una dura e necessaria critica in merito all'ultima, intollerabile interruzione del Servizio idrico integrato, che ha lasciato Crotone senza acqua per quattro giorni (8-11 ottobre), costringendo perfino alla chiusura delle scuole per ragioni igienico-sanitarie. La gravità della situazione non risiede nell'incidente in sé, ma nella narrazione che lo circonda».
«Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce – contesta l'avvocato Bellomo -, attraverso un video di pubblica diffusione, si concentra sull'elogio per la realizzazione di un complesso "pezzo in acciaio" destinato alla riparazione della vetusta condotta Corap in via delle Magnolie. Ebbene, l'elogio dell'intervento tecnico occulta la colpa gestionale che lo ha reso necessario».
«La condotta in questione – spiega bellomo - è una struttura in cemento di circa cinquant'anni, afflitta da una perdita cronica di 50 litri al secondo. La necessità di ricorrere a un costoso intervento tampone di urgenza (definito dal Sindaco la camicia in acciaio) non è un atto di lungimiranza, ma la prova lampante di un sistema che ha tollerato la negligenza fino al punto di collasso».
«L'intervento d'urgenza – stigmatizza l'avvocato - è indice di un fallimento di programmazione: il costo di un pezzo realizzato ad hoc e in regime emergenziale è enormemente superiore a quello di una manutenzione ordinaria. Questi costi inefficaci, generati da anni di inerzia, vengono
sistematicamente scaricati sul cittadino».
«Il cuore della nostra denuncia – incalza Bellomo - tocca la tasca di ogni famiglia crotonese. I dati tecnici rivelano un paradosso tariffario insostenibile e potenzialmente illegittimo: a fronte del fabbisogno reale della provincia, si stima che circa 7 milioni di metri cubi di acqua si disperdano annualmente nella rete, con una perdita media che sfiora il 50% del volume immesso. Nonostante ciò, il cittadino è costretto a pagare in tariffa anche i volumi dispersi e i "costi subiti per le inefficienze del sistema", in palese violazione del principio dei "costi efficienti" fissato da Arera».
«Il risultato di questa gestione – stigmatizza Bellomo - è una tariffa che è arrivata a triplicare, a fronte di un servizio che non solo è discontinuo, ma che utilizza una risorsa idrica ottenuta gratuitamente. La beffa finale è che i cittadini, dopo quattro giorni senz'acqua, saranno costretti a pagare la fornitura come se l'erogazione fosse stata costante, subendo un onere economico non dovuto».
«La sua Amministrazione – scrive Bellomo al sindaco - non può liquidare la questione con la sola tecnica dello "scarica barile". L'inerzia non è solo odierna, ma ha radici profonde: ricordiamo che il Comune di Crotone, e quindi il Sindaco, è stato fino a qualche mese fa socio di maggioranza di Congesi. Ebbene, in quegli anni, non solo non sono state mosse contestazioni per le perdite e le interruzioni, ma non sono stati neppure programmati i necessari investimenti».
«Oggi, il sindaco – attacca Bellomo -, pur avendo la funzione di tutelare i cittadini, non muove alcuna contestazione formale a Sorical o Corap. Questo silenzio assume una grave connotazione istituzionale, in quanto il sindaco è presente anche in Arrical senza apporre alcuna mozione
alla delibera che provocato la triplicazione del costo dell'acqua. La mancata contestazione si configura come una legittimazione politica dell'inefficienza e del rincaro tariffario, dove la difesa del diritto del consumatore sembra essere sacrificata a favore di altre priorità istituzionali».
«Per tutte queste ragioni – conclude Bellomo -, si diffida il sindaco, il prefetto, Procura e Arrical. ad esigere: l'immediato calcolo e l'erogazione dell'indennizzo automatico per i quattro giorni di
interruzione del servizio; l'avvio della procedura presso Arrical per escludere dalla tariffa le componenti di costo relative all'acqua persa per inefficienze (il 50% del volume immesso); la promozione di un atto di contestazione formale e giudiziaria contro Corap e Sorical per l'inadempienza. È tempo che l'Amministrazione si schieri senza riserve dalla parte dei cittadini, imponendo una gestione efficiente e trasparente».