L'arte bianca
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CROTONE C’è anche la storia di una dipendente licenziata nelle carte dei magistrati della Procura di Catanzaro, che hanno inviato l’avviso di garanzia al presidente dimissionario Roberto Occhiuto. La vicenda è oggi raccontata dal quotidiano Domani, che è stato il primo giornale in Italia a raccontare dell’indagine che riguarda il presidente dimissionario-ricandidato.

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Nell’articolo si fa riferimento ad una spartizione di incarichi: “Il direttore amministrativo lo nomina Fratelli d’Italia, il direttore scientifico lo nomina la Lega”. Le frasi intercettate dalla Guardia di finanza risalgono al 5 maggio sorso e a parlare sono Occhiuto e l’assessore regionale Giovanni Calabrese. Le intercettazioni mettono in evidenza un sistema di accordi spartitori tra i partiti che compongono la maggioranza alla Regione.

In questo conteso si inserisce la vicenda di una denuncia sui social fatta da una dipendente dell’Arpacal che, era stata assunta con incarico a tempo indeterminato, nel 2020 e poi licenziata per avere denunciato sui social di “essere totalmente inutilizzata”. Il lavoro che avrebbe dovuto fare lei lo si faceva fare a personale esterno “privo di previste abilitazioni”.

Sarà l’indagine a stabilire quello che c’è di vero nella denuncia, ma non c’è dubbio che certi comportamenti fanno realizzare cattivi pensieri. Succede anche a Crotone all’Azienda sanitaria provinciale, dove la commissaria Monica Calamai, nominata proprio da Occhiuto, nella settimana del voto procede conferisce gli incarichi di altissima professionalità e qualche giorno prima proroga di sei mesi l’incarico a 71 infermieri professionali che erano stati assunti temporaneamente per la stagione estiva.

Il problema non è l’incarico dato ai professionisti o la proroga agli infermieri ma i tempi in cui vengono effettuate queste operazioni. Si poteva aspettare meno di una settimana e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Invece, questi incarichi sono stati dati a ridosso del voto regionale per cui anche a non voler fare cattivi pensieri i dubbi vengono perché la sanità rientra nella gestione della Regione.

Così come vengono dubbi su i due Atti aziendali approvati nell’arco di una manciata di giorni. Prima viene convocata la Conferenza provinciale dei sindaci e si approva la proposta e, poi, si fa un nuovo Atto e viene concordato con i sindacati. Troppa confusione in un’Azienda sanitaria che il rapporto Agenas per il 2024 (i dati sono emersi al Forum Risk management di Arezzo tenuto nel mese di novembre scorso) inserisce agli ultimi posti in Italia.

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