L'arte bianca
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CROTONE Dodici consiglieri comunali di opposizione scrivono al prefetto di Crotone, Franca Ferraro, per chiedere, “con la massima urgenza, un incontro istituzionale” per discutere dell’aggressione subita dal consigliere di maggioranza, Ernesto Ioppoli, da parte del sindaco di Crotone Vincenzo Voce.

Il “solo e unico fine” di questo incontro è quello “di ripristinare il normale funzionamento dell'esercizio democratico”. Questa richiesta potrebbe rappresentare la contromossa messa in campo dall’opposizione per impedire l’insabbiamento dell’episodio che, tra l’altro, si è consumato nella sede istituzionale della Provincia di Crotone, mentre era in atto un confronto sul controverso progetto dell’esecutivo di Voce di costruire alloggi popolari in un’area del quartiere di Tufolo-Farina.

Contro questo progetto si è costituito un comitato cittadino che ha coinvolto molti residenti del quartiere e tra questi anche il consigliere Ioppoli. Secondo il racconto di Ioppoli, nel corso dell’incontro alla Provincia, il sindaco Voce lo avrebbe aggredito sferrandogli due pugni alla schiena e un calcio ad una gamba. Lo stesso sindaco Voce, nella sua lettera inviata alla stampa per annunciare le dimissioni, ha chiesto scusa a Ioppoli e ai cittadini. Si è assunto la responsabilità dell’episodio.

Un atteggiamento diverso stanno avendo alcuni amici politici di Voce, che tendono a sminuire quanto è successo alla Provincia e annunciano iniziative per fare recedere Voce dal proposito di rendere operative le dimissioni (ha solo 20 giorni di tempo per ritirarle). Ecco perché la richiesta dei dodici dell’opposizione (Enrico Pedace, Andrea Tesoriere, Giuseppe Fiorino, Anna Maria Cantafora, Carmen Giancotti, Antonio Manica, Chiara Capparelli, Andrea Devona, Salvatore Riga, Iginio Pingitore, Cristian Prisma e Fabrizio Meo) di chiedere l’incontro con il prefetto, potrebbe rappresentare la contromossa per bloccare chi vorrebbe liquidare l’aggressione fisica subita da Ioppoli come una questione di poco conto.

Nella lettera inviata al prefetto i dodici sottolineano che “tale situazione, risulta essere la triste conclusione di un percorso che ha minato e sta minando l'ordinario svolgimento dell'esercizio democratico nelle istituzioni”. Continuando, scrivono: “Si è partiti con infinite intimidazioni verbali succedutesi nel corso degli anni di consiliatura a danno di più consiglieri, sino a giungere oggi al deprecabile quanto vergognoso atto di violenza anche fisica ai danni di un consigliere comunale democraticamente eletto e rappresentate delle istituzioni”.

 

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